DI DAVIDE COCCO*
Quand’ero piccolo lo zucchero era visto come un piccolo toccasana: faceva benissimo, specialmente ai bambini, specialmente al cervello. Erano gli anni in cui la barbabietola da zucchero era ancora una coltura diffusa sul territorio italiano e gli zuccherifici presenti lavoravano a pieno regime, garantendo reddito agli agricoltori.
Oggi le cose si sono notevolmente ridimensionate, sia in termini di produzione – le norme comunitarie hanno fatto chiudere 15 zuccherifici su 19 – sia in termini di benefici nei confronti della salute.
La società moderna consuma troppo zucchero, presente in numerosi cibi e bevande, e pure i consigli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sembra che abbiano bisogno di una revisione.
L’OMS consiglia un consumo massimo pari al 10% delle calorie che introduciamo giornalmente, pari a circa 50 grammi di zucchero, ma la quantità pare essere eccessiva per i nostri denti.
Almeno stando a quanto riportato in uno studio dei ricercatori dell’University College di Londra e della London School of Hygiene & Tropical Medicine.
Lo studio, pubblicato sulla rivista BMC Public Health, ha messo in luce come negli Stati Uniti, paese caratterizzato dall’elevato consumo di zucchero, circa il 92% delle persone adulte fra i 20 e i 64 anni, abbiano avuto a che fare con almeno una carie nei denti permanenti nel corso della loro vita.
Dall’altra parte in Nigeria, in cui il consumo giornaliero di zucchero si aggira attorno ai 2 grammi, l’incidenza della carie nella stessa fascia di popolazione si aggira attorno al 2%. Da qui il consiglio dei ricercatori di dimezzare il consumo di zucchero a brevissimo, con l’obiettivo di arrivare a un terzo, e quindi a 15 grammi nel medio periodo. I nostri denti ringrazieranno.