MILANO – Bere da 3 a 5 tazze di caffè al giorno contribuisce a ridurre fino al 20% il rischio di ammalarsi di Alzheimer. Il merito sarebbe in particolare di due composti contenuti nella bevanda: da un lato la caffeina, utile a prevenire la formazione delle placche amiloidi che `soffocano´ i neuroni dei pazienti; dall’altro i polifenoli che, insieme alla caffeina, aiutano a ridurre l’infiammazione e il deterioramento neuronale.
Sono le conclusioni di ricerche presentate in un report di Alzheimer Europe pubblicato dall’Institute for Scientific Information on Coffee (Isic), organizzazione no profit dedicata allo studio dei legami tra caffè e salute.
Una sintesi dei risultati era stata illustrata anche in un simposio satellite durante il Congresso 2014 di Alzheimer Europe. «La maggior parte degli studi epidemiologici condotti sull’uomo – sottolinea Arfram Ikram, neuroepidemiologo dell’Erasmus Medical Centre di Rotterdam, che al meeting aveva descritto alcuni dei dati – suggeriscono che un consumo regolare di caffè nel corso della vita è associato a un ridotto rischio di sviluppare Alzheimer, con un effetto protettivo ottimale corrispondente a un consumo compreso fra 3 e 5 tazze al giorno».
In generale, per cercare di dribblare a tavola il `ladro della memoria´, le evidenze riportate nel report promuovono tutti gli ingredienti chiave della dieta mediterranea: pesce, frutta e verdura fresche, olio d’oliva e vino rosso, associati a un potenziale effetto-scudo per il contenuto in polifenoli.