domenica 22 Dicembre 2024
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CUORE – 18.000 mangiatori di cacao per provare che fa bene

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I ricercatori del Brigham and Women Hospital di Boston hanno dato il via al test che interesserà 18.000 americani per quattro anni. Ogni giorno il campione in esame dovrà assumere due capsule di flavonoidi estratti dal cacao

18 mila americani saranno chiamati ad assumere quotidianamente le sostanze nutritive del cioccolato fondente per capire se il cacao possa prevenire attacchi di cuore ed ictus. I ricercatori del Brigham and Women Hospital di Boston hanno dato il via alla sperimentazione che durerà quattro anni e che mira appunto a sapere quanto sia salutare il cacao quando consumato in assenza di zuccheri e grassi.

Lo studio è sponsorizzato dall’ente americano National Heart, Lung and Blood Institute e dalla multinazionale alimentare che ha brevettato la tecnica che isola i flavonoidi del cacao. Questi composti sono presenti in molte altre verdure e nella frutta, ma è proprio nella fava del cacao che sono contenuti in un mix unico.

In passato sperimentazioni molto più ristrette avevano concluso l’effetto benefico di questi flavonoidi su pressione sanguigna, colesterolo, insulina e salute delle arterie. Questo test di quattro anni su 18.000 persone potrebbe decretare il definitivo ingresso del cacao nella prevenzione contro le malattie cardiache.

Per tutta la durata del test, i partecipanti non sapranno se staranno assumendo la compressa con i flavonoidi o un placebo. Nell’ultima parte della sperimentazione si vaglierà anche la possibilità che i flavonoidi del cacao possano prevenire il tumore. Studi in tal senso sono stati già condotti in passato, sebbene, anche in questo caso, su un campione più ridotto composto solo di anziani in buona salute.

Lo studio del Brigham and Women Hospital potrebbe attribuire al cacao qualità benefiche che altri studi gli hanno già attribuito a proposito del cervello, del quale riuscirebbe a rafforzare le capacità mnemoniche. Insomma, da “Cibo degli dei”, come lo definivano i Maya, il cacao potrebbe diventare “medicina degli uomini”.

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