domenica 22 Dicembre 2024
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Saga Coffee, raggiunto l’accordo con i sindacati: “Il migliore possibile” per salvare almeno 150 posti di lavoro

Chiusa l'ipotesi di intesa in Regione ora le operaie dovranno approvare il piano con un referendum il 21 e 22 febbraio: previste almeno 137 assunzioni che saliranno a 150 se Invitalia entra nella compagine sociale della Newco

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MILANO – La vicenda Saga Coffee di Gaggio Montano sull’Appennino bolognese sembra volgere alla conclusione e in modo positivo per le maestranze: dei 220 posti di lavoro a rischio ne verrebbero salvati almeno 150. È il risultato che ha visto le parti in causa riuniti attorno ad un tavolo di trattativa convocato dalla Regione. Riprendiamo la cronaca di Marco Bettazzi dall’edizione bolognese del quotidiano La Repubblica.

BOLOGNA – “Abbiamo appena sottoscritto presso la Regione un’ipotesi di accordo complessiva sulla vertenza Saga Coffee”. Fumata bianca per la Saga Coffee. I sindacati annunciano così la fine di una lunghissima vertenza partita a novembre scorso con l’annunciata chiusura della fabbrica a Gaggio Montano e 220 posti di lavoro a rischio. Un ruolo determinante nella mediazione lo ha avuto l’assessore regionale Vincenzo Colla che commenta: “Il migliore accordo possibile”.

Il protocollo di intesa, se approvato dai lavoratori con un referendum il 21 e 22 febbraio, dovrà essere sottoscritto in un incontro in Regione il prossimo 24 febbraio dopo la definizione degli ultimi aspetti di natura commerciale tra il Gruppo Evoca e la Newco, i nuovi proprietari.

L’ipotesi di accordo è stato sottoscritto venerdì 18 febbraio, al 96° giorni di presidio permanente delle operaie e prevede, secondo quanto scritto in una nota da Fiom-Cgil e Fim-Cisl:
– l’impegno della costituenda Newco (partecipata dalle aziende Tecnostamp e Minifaber) all’assunzione di almeno 137 lavoratori entro i dodici mesi che saranno interessati al ricorso alla Cigs per cessazione di Saga Coffee (indicativamente a decorrere dal 1 marzo 2022). Il numero dei lavoratori salirà a 150 nell’ipotesi in cui Invitalia dovesse confermare il proprio ingresso nella compagine sociale della Newco.

– la definizione di un Piano sociale da parte di Saga Coffee con il ricorso alla Cigs per cessazione della durata di 12 mesi e un’integrazione giornaliera agli importi di cassa pari a 20 euro lordi (non riproporzionati in caso di rapporti part-time) e un sistema di incentivazioni all’esodo (differenziato tra pensionandi e non pensionandi e con una tutela particolare per i part-time) che arriva fino a 85.000 euro lordi.

– un piano industriale da parte della Newco fondato sulla prosecuzione dell’attività di impresa e la continuità operativa del sito, l’assorbimento del personale Saga Coffee entro l’anno coperto dalla cassa per cessazione anche prevedendo il ricorso futuro ad un periodo di Cassa integrazione per il tempo necessario a completare gli investimenti e le attività connesse alla re-industrializzazione e riqualificazione del sito nell’ambito di un progetto industriale di indubbio interesse in materia ambientale e di economia circolare. La Newco applicherà il Ccnl dell’Industria Metalmeccanica.

Si conclude così, se i lavoratori accetteranno, la lunga vicenda partita con la protesta delle operaie: un presidio cominciato nel pomeriggio del 4 novembre scorso. A mettere in allarme i lavoratori quel giorno era stata una comunicazione inviata dall’azienda che invitava a preparare macchine e materiali nel magazzino per essere pronti a trasferire tutto.

La ragione si capirà meglio il giorno dopo, nella sede di Confindustria, dove è già fissato da tempo un incontro coi sindacati: l’azienda, il gruppo Evoca con sede a Bergamo, controllato dal fondo Usa Lone Star, vuole chiudere lo stabilimento dove lavorano 220 persone, per l’80% donne. L’intenzione è quella di spostare quelle produzioni (a Gaggio Montano si producono macchine da caffè automatiche per alberghi e uffici) a Bergamo, in Romania e in Spagna.

Un disastro per l’Appennino. Parte la protesta, la reazione di istituzioni e sindacati è immediata: “Comportamento vergognoso e inaccettabile”. Il presidio della Saga Coffee resiste e in più di tre mesi da Gaggio Montano passano tutti: il presidente della Regione e l’assessore Colla, il ministro Orlando, i sindaci dell’Appennino, i parlamentari eletti sul territorio, il segretario della Cgil Maurizio Landini (accolto con un piatto di tortellini), i commercianti della zona che organizzano un mini-corteo di solidarietà, gli alpini, i partigiani, i contadini della montagna.

Il presidio della Saga Coffee arriverà a 100 giorni

A Gaggio Montano passano tutti, dal presidente della Regione e l’assessore Vincenzo Colla al ministro Orlando, dai sindaci al cardinale Zuppi, dai commercianti al segretario della Cgil Maurizio Landini (accolto con un piatto di tortellini).

Orlando al presidio Saga Coffee: “Non si può chiudere nottetempo”. Le operaie: “Ora fatti concreti”

La svolta si ha il mese successivo all’avvio del presidio, quando trapela il nome dell’azienda interessata: è la Tecnostamp Triulzi di Carate Brianza, cui si aggiungerà poi anche la Minifaber della famiglia bergamasca Melocchi: il primo faccia a faccia in Regione è il 16 dicembre. E oggi finalmente l’ipotesi di accordo che pone fine a una delle vertenze più dure che i sindacati ricordino.

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