VERCELLI – La città piange la «regina del caffè»: Rosina Gili si è spenta, all’ospedale di Sanremo. Aveva raggiunto l’età dei 90 anni. E’ stata lei, insieme con il marito Italo Gavello (deceduto nel 2007 a 81 anni) che aveva fondato nel 1961 la casa di torrefazione Rojto, acronimo che stava proprio per Rosina-Italo.
Una donna che ha davvero fatto la differenza e che, per questo, trova a salutarla un gruppo nutrito di collaboratori, familiari, amici.
Rosina Gili lascia un vuoto nel cuore dell’azienda
Fino al 1986, anno in cui la Rojto venne ceduta al milanese Giorgio Ferri, la casa di torrefazione ha vissuto momenti di gloria. Diventando un fiore all’occhiello dell’economia vercellese.
Lascia dietro di sé non solo delle solide basi per la torrefazione di sua fondazione. Ma soprattutto il ricordo di una donna imprenditrice, che ha saputo distinguersi in un settore prettamente maschile. In un periodo in cui davvero il genere femminile faticava a ricoprire ruoli al vertice delle aziende.
Rosina Gili ha realizzato il suo sogno, portandolo avanti negli anni e trasmettendo le sue competenze e la sua passione a tutti i livelli della torrefazione. Che oggi danno un ultimo saluto a questa forza femminile che, a modo suo, ha contribuito a modificare l’intera realtà del caffè in Italia.