domenica 22 Dicembre 2024
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Rosario Carafa del Polo del caffè spiega bene il convegno «Oro verde dalla pianta alla tazzina» tenuto a Napoli

L'amministratore delegato del Polo del Caffè: “Desideravamo fare un focus sulla regione Campania che negli ultimi sei anni è cresciuta del 38% in termini di volumi d’importazione. Siamo passati da 58milioni di chili importati ( Anno 2015 )a 80 milioni nel 2020 e il Polo del caffè gestisce il 42 per cento di questi volumi. Abbiamo pensato che questo fosse un plus della nostra regione e il convegno pone l’accento proprio sull’importanza strategica di quest’area a livello nazionale."

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MILANO – Con Rosario Carafa, amministratore delegato del Polo del Caffè e tra gli organizzatori del convegno ”L’oro verde dalla pianta alla tazzina” che si terrà a Napoli l’1 e il 2 luglio e verrà trasmessa in diretta Facebook anche da Comunicaffè, partiamo da una constatazione: il solo annuncio dell’evento ha già richiamato l’interesse di centinaia e centinaia di lettori.

Come mai un argomento così tecnico può destare tanta curiosità?

“Desideravamo innanzitutto fare un focus sulla regione Campania che negli ultimi sei anni è cresciuta del 38% in termini di volumi d’importazione. Siamo passati da 58milioni di chili importati (Anno 2015) a 80 milioni nel 2020 e il Polo del caffè gestisce il 42 per cento di questi volumi. Abbiamo pensato che questo fosse un plus della nostra regione e il convegno pone l’accento proprio sull’importanza strategica di quest’area a livello nazionale.

Il grosso feedback riscontrato mi fa pensare che in tutta Italia ci fosse la necessità diffusa degli operatori di parlare di caffè, in tutte le sue sfaccettature, dalla pianta alla tazzina. Analizzando i vari aspetti che ci sono all’interno della sua filiera.”

Il Polo del caffè che ha organizzato il convegno è un trasportatore di caffè: cosa c’entra un’azienda di questo tipo con un’iniziativa così complessa?

“Veniamo da una cultura aziendale molto impegnata. Abbiamo cercato in questi tre anni, con un team di giovani, di strutturare un’organizzazione volta ad un miglioramento di tutto il settore. Il Polo del caffè non è solo un ‘’trasportatore’’ noi siamo specialisti nella Supply chain del caffè verde, nella quale tecnicamente è inglobata la logistica, e siamo intestatari di un’autorizzazione Doganale per la gestione del DDP (deposito doganale privato) e da questo magazzino e dai Terminal portuali di riferimento, con tutte le nostre
operazioni, dal monitoraggio dalle origini, sino a destinazione del cliente, siamo in grado di gestire l’intera catena di approvvigionamento del caffè verde. In quest’ottica il Polo vuole contribuire allo scenario nazionale con ciò che ha realizzato sin qui, sia in termini di garanzia che di qualità dei servizi offerti.

Siamo certificati ISO 9001 dal 2020), autorizzati allo stoccaggio e all’importazione del prodotto Biologico e siamo in procinto di diventare operatorii AEO. Vogliamo sempre più distinguerci come soggetto qualificato, in un mercato internazionale che richiede sempre più impegni rilevanti, per soddisfare la clientela più esigente.

Il nostro primo obiettivo quando abbiamo costituito il Polo del Caffè è stato quello di rafforzare la cultura del caffè e di aprirci a questo mondo, in modo alternativo: dialogando con i competitor, con i Traders e tutti gli attori della filiera. Perché soprattutto dopo la pandemia, c’è bisogno di sinergia. La nostra mission è quella di aiutare i torrefattori ed i Traders a sviluppare il loro business. Il convegno va in questa direzione: un’apertura su tutto il territorio nazionale.”

E poi, non dimentichiamo il nostro nome: ci chiamiamo “Il Polo del Caffè” perché abbiamo sempre lavorato per attrarre a noi , tutti gli operatori della filiera.

Il convegno si tiene a Napoli, luogo molto particolare per il caffè

“La storia del caffè a Napoli e la cultura della tazzulella è sempre stata sottolineata da alcuni torrefattori, come altri aspetti. In realtà noi vogliamo posizionarci su un livello differente: vogliamo ereditare i tratti culturali tipici della nostra storia, ma riteniamo che in una commodity come quella del caffè ci sia bisogno di specializzarsi e guardare in avanti verso un futuro che è molto complesso. C’è bisogno di fare sistema.

Lo scopo del convegno è questo: la rete passa anche attraverso le autorità, e il patrocinio degli Enti, tutto a vantaggio del settore.”

In due giornate sono presenti tanti temi dai film alla scienza, dalla logistica alla borsa, passando per la salute: come avete deciso i vari interventi con cui strutturare il convegno?

“Abbiamo seguito la logica della catena di approvvigionamento: siamo partiti dalle origini, invitando dei relatori che potessero raccontare i processi di coltivazione e poi abbiamo coinvolto anche il Presidente dell’autorità portuale di Napoli che ci spiegherà la dimensione internazionale su questo campo. Abbiamo anche voluto focalizzarci sulla salute, contattando un professore di chimica degli alimenti per spiegare con chiarezza i benefici del caffè. Abbiamo anche approfondito dei temi più tecnici come quelli della borsa e
della logistica e dei concetti tecnici della Supply chain, spesso intrinsechi al lavoro di tutti, e però un po’ sconosciuti come passaggi. Sempre nell’ottica di dare il nostro contributo agli operatori del settore.

C’è una parte dedicata allo specialty e alle estrazioni alternative: siamo arrivati finalmente a parlare anche in Italia oltre l’espresso?

“E’ una realtà, e come tale, va accolta e spiegata agli operatori. Sappiamo bene che il nord Europa è già aperta alle micro roastery, mentre in Italia si è più tradizionalisti. Ma è un dato di fatto che esistano: vogliamo quindi dare spazio ai tecnici che ci descriveranno questi nuovi modi di bere e lavorare il caffè, senza nulla togliere a ciò che i nostri torrefattori hanno costruito fino a oggi. Noi siamo per l’evidenziare gli aspetti esistenti come valore aggiunto.”

Che problemi ha posto organizzare un evento del genere in presenza con la pandemia ancora in corso?

“E’ un convegno che abbiamo immaginato molti mesi fa, ovviamente tenendo conto dell’attuale normativa anti-Covid. Per noi era importante avere un contatto diretto, mantenendo ‘’i giusti distanziamenti previsti dalla normativa Covid’, con le persone. Il convegno prevede anche interazione tra i relatori e il pubblico, perché pensiamo che sia importante approfondire determinate tematiche. Organizzare tutto è stato faticoso, ma ha dato molte soddisfazioni anche ai giovani che compongono il team dietro l’evento.”

Prima parlavamo degli specialty, se Rosario Carafa dovesse segnalare un argomento specifico da seguire, quale sarebbe?

“Tutti i relatori sono importanti: ogni sfumatura del convegno va colta, anche quelle più tecniche o sofisticate per certi versi. Gli operatori ovviamente sono concentrati su determinate mansioni rispetto ad altre per professione, ma è importante conoscere anche gli altri aspetti che compongono la filiera.

Sottolineerei l’aspetto della qualità del caffè, delle varie origini, scendendo nello specifico: alcuni relatori daranno il loro contributo su questo punto. Sono molti i torrefattori che sono cresciuti velocemente in questi anni, ed è giusto secondo me sottolineare a tutti che il caffè è sì un prodotto affascinante ma è anche molto complesso.

Conclude Rosario Carafa: “Sono veramente molto felice di aver organizzato questo convegno, perché sono un passionale. Credo molto in questo lavoro. E’ tempo che l’aspetto culturale possa stimolare nuovo entusiasmo nel settore. L’Italia, al di là del business individuale, deve restare unita per far crescere un prodotto che ha un’importanza strategica nel nostro Paese: che è il terzo importatore al mondo di caffè
verde e che sarà presente nel G20 di quest’anno. Da Napoli vogliamo lanciare un messaggio di apertura totale verso il rafforzamento della cultura della nostra amata bevanda.”

Il programma completo del convegno L’oro verde dalla pianta alla tazzina che si terrà al Castel dell’Ovo a Napoli l’1 e 2 luglio. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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