Il taglio delle accise sul caffè potrebbe rilanciare i consumi in Romania, dove il mercato è da alcuni anni stagnante.
Secondo una recente indagine di PwC Romania, il fatturato di settore ha raggiunto l’anno scorso i 420 milioni di euro, in lieve flessione sul 2013.
I consumi hanno avuto forte impulso nei primi anni duemila. La crisi economica ha portato a una consistente contrazione a cavallo del decennio. Nell’arco degli ultimi 3 anni, la domanda si è mantenuta più o meno costante.
La Romania occupa il 26° posto nella graduatoria dei paesi consumatori europei, con un dato annuo pro capite di 2,3 kg per abitante.
I consumi stentano a decollare in ragione dei prezzi elevati in rapporto al potere d’acquisto della popolazione, sui quali incide anche un’elevata imposizione indiretta.
La Romania è peraltro uno degli ultimi 6 paesi dell’Unione Europea (gli altri sono Belgio, Croazia, Danimarca, Germania e Lettonia) in cui il caffè è ancora gravata da accise.
A giudizio degli analisti, l’eliminazione di tale tributo contribuirebbe in modo significativo al rilancio dell’industria.
L’impatto sulle finanze pubbliche sarebbe trascurabile (appena lo 0,2% della raccolta fiscale complessiva) e verrebbe ampiamente compensato dal maggiore gettito reso possibile dallo sviluppo dell’industria.
“Tenendo conto della correlazione tra prezzo del caffè e consumi riteniamo che il calo dei prezzi reso possibile dal taglio delle accise, unito alla crescita del reddito disponibile, potrebbe far lievitare i consumi e dare impulso anche ad altri settori economici.
Le entrate addizionali per le casse dello stato raggiungerebbero i 64 milioni di leu (14,3 milioni di euro)” afferma Bogdan Belciu, consulente di PwC Romania.
“In termini di filosofia fiscale, le accise vengono normalmente applicate a prodotti considerati o di lusso o dannosi per la salute e per l’ambiente.
Il caffè, quale prodotto di consumo di massa, non rientra in nessuna di queste categorie, per cui le accise alle quali è soggetto trovano giustificazione esclusivamente per fini di bilancio” aggiunge Daniel Anghel, analista fiscale di PwC Romania.
L’abolizione di questo tributo sul caffè – aggiunge – consentirebbe di concentrare energie e risorse sulla riscossione delle accise nei settori delle bevande alcoliche e del tabacco, due importanti industrie nelle quali i livelli di evasione rimangono elevati.