POZZOLO FORMIGARO (Alessandria) – Che la logistica sia al centro del commercio non è una scoperta dell’ultimo minuto- molte guerre, commerciali e non, sono state vinte grazie ad un’attenta gestione logistica – tuttavia ce ne ricordiamo solo quando nella catena si rompe un anello: un ritardo, una programmazione sbagliata, una nave che s’incaglia a Suez, per non parlare della pandemia che travolge ogni cosa e subito ci si rende conto che i rischi di dover fermare le macchine per mancanza di materia prima o di non poter consegnare i prodotti promessi in vendita ai clienti sono concreti. Inizia così l’intervista al responsabile delle relazioni commerciali della Romani & C. S.p.a. – Federico Traverso -, storica società impegnata nella gestione dei prodotti coloniali in Italia con alta specializzazione nel caffè crudo, attività svolte attraverso la sede di Genova-Pozzolo Formigaro e Trieste.
Traverso, facciamo un passo indietro : ci racconta il vostro vissuto dell’ultimo anno e mezzo?
“Riassumere in una risposta i giorni che abbiamo conosciuto, dall’avvento della pandemia da Covid 19 ,pare essere un’impresa titanica, tuttavia mi sento di stigmatizzare un singolo momento; ho un chiaro ricordo di quando tutto ha avuto inizio o almeno di quando ne ho preso coscienza: un weekend dei primi di Marzo 2020, passato in azienda a cercare di capire cosa sarebbe successo al Lunedì mattina seguente, con i contagi ed i decessi che salivano ad ogni minuto in un susseguirsi di bollettini catastrofici e notizie che si rincorrevano , per le via ufficiali e non, sui provvedimenti che avrebbe preso il nostro Governo. Molti gli interrogativi, poche le certezze, tanta la paura…”
E poi?
“Poi giorni tragici, di sofferenze, di crescenti incertezze sul futuro che ci aspettava, molti chiusi in casa, con la vita che si conosceva completamente svanita, ci siamo dovuti abituare a nuove circostanze, limitazioni, rischi, nuovi comportamenti da adottare, le attività che si fermavano e quel silenzio e desolazione nelle città da “day after” visto solo nei films.
Tuttavia le aziende come le nostre hanno potuto continuare a lavorare e questo la dice lunga su quanto la logistica pesi sulle sorti dei Paesi. Dire che è stato difficile è limitativo ma non mi sento di usare toni più marcati, si è parlato di eroi quando, in quei giorni, ci si riferiva al personale medico-ospedaliero, salvo poi dimenticarli in fretta : quindi mi limiterò a dire che è stato davvero challenging riuscire a mantenere in vita la nostra attività, ricoverare nei nostri magazzini quantitativi di merce esorbitante, inventando soluzioni dove non pareva potessero esistere e senza generare costi aggiuntivi a chi contava su di noi : i nostri clienti!
Sfide , in quei giorni, ne abbiamo affrontato molte: il primo tema era la messa in sicurezza del nostro personale da coniugarsi con l’esigenza di dare continuità all’operatività; com’è intuitivo la nostra attività poco si presta ad un uso massiccio del lavoro agile e pertanto adottare e adattare man mano un protocollo di sicurezza efficace è stata la prima. Contestualmente c’era da dare ricovero alla merce in arrivo che sarebbe rimasta immobile per un tempo non definito e bisognava farlo anche in fretta per evitare
l’insorgere di costi aggiuntivi che sarebbero gravati sulla clientela, già in netta difficoltà per il lockdown imposto.
Certamente, l’ampliamento, appena terminato, degli spazi a Pozzolo Formigaro ci ha aiutato a far fronte a tali crescenti richieste ma ciò non è bastato ed abbiamo dovuto attrezzarci affrontando oneri, che come si può ben immaginare, non abbiamo potuto recuperare. Ci sono stati mesi in cui garantire l’operatività dei magazzini, in una struttura prevalentemente a costi fissi come la nostra, ha richiesto ulteriori sforzi, ma era necessario affrontare tutto questo.
Dove avete trovato le risorse?
“Tralasciando quelle finanziarie per così dire…. autoprodotte, noi italiani- lo dico con un po’ di sano orgoglio nazionale- siamo, per storia e vocazione, eccezionali nelle difficoltà, nel rimboccarci le maniche e – lo dico da genovese – nel ricostruire o nello spalare il fango; ecco qui si è trattato di questo in azienda: abbiamo agito con spirito del dovere, perseveranza e diligenza a tutti i livelli dalla Direzione al Consiglio di Amministrazione, dei quali ho il privilegio di far parte, ai nostri consulenti e organi amministrativi fino a ciascuno dei reparti che formano la nostra società, a cui non può che andare un grazie sincero e accorato.
Traverso, ritiene pertanto di poter archiviare questo periodo?
“Pragmaticamente ho suddiviso in quattro fasi questa vicenda, di cui parleranno i libri di storia ed economia che studieranno i nostri nipoti, e penso sia stata superata la prima ma dovremmo affrontare le altre tre.”
Quali sono, nella sua visione?
“La fase due è già iniziata da qualche tempo: vaccinazioni, ripresa dei consumi, graduale ritorno alla normalità, ma siamo ancora mancanti di regole certe e – come abbiamo imparato a nostre spese- l’incertezza non è di aiuto. E’ di attualità un’importante iniziativa del Governo, l’auspicio è che risulti essere un’ulteriore spinta verso la normalità. Confido non ci vorrà ancora molto per poter archiviare anche questo capitolo.
La terza è anch’essa già iniziata da tempo ma la vedo più distante dalla soluzione : la definirei la rolling stone. La genesi è dell’inizio della pandemia quando le maggiori compagnie di navigazione hanno deciso di tagliare la toccata di alcuni porti su determiniate direttrici di traffico o addirittura hanno soppresso dei viaggi interamente (blank sailing). Lì ha iniziato a rotolare il masso: tutti ci siamo accorti della mancanza di containers, di spazi a bordo e questo moto ha prodotto , insieme con altri fattori, l’innalzamento dei noli marittimi che via via hanno raggiunto livelli impensabili, la cui corsa pare non fermarsi.
Il sasso rotola e ci si ritrova a Settembre 2021, all’usuale riapertura delle fabbriche, con materie prime che salgono a due-tre cifre percentuali – alluminio, legno, plastica ma anche caffè – e che scarseggiano, rincari sull’energia elettrica, gas e porti che devono fronteggiare l’arrivo di navi stracolme di containers, frutto dei ritardi di imbarco e delle politiche armatoriali. Quindi emergono altre mancanze e criticità.
L’Industria rivendica le proprie merci, avendo, nei mesi precedenti attinto alle scorte accumulate in precedenza e dovendo -finalmente- tornare a produrre per evadere gli ordini mentre l’Autotrasporto è in grave affanno, carente di mezzi e personale, i porti congestionati faticano a smaltire i containers in arrivo e in partenza ,in un contesto tutto italiano- cronico- di inefficienze infrastrutturali importanti , in primis Autostrade e Ferrovie.
In tale contesto si sono da subito concretizzati ritardi e notevoli incrementi di costo che, sommati all’escalation dei noli marittimi, rischiano di portare il costo logistico a livelli molto elevati: per nostra parte, l’attuale sfida, è quella di riuscire a garantire i servizi e trattare al meglio con i singoli fornitori nel tentativo di mitigare quanto più possibile i rincari, limitando anche il rischio di costi ulteriori quali soste portuali e detention containers, sempre più probabili , avendo, le compagnie marittime, iniziato anche una riduzione delle franchigie concesse.”
E l’ultima fase?
Traverso: “Beh è quella che mi auguro di poter vivere a breve, con il toro dell’economia- speriamo quella italiana più delle altre – che inizia a correre e le nostre imprese e con loro le famiglie che le compongono che tornano ai livelli pre-Covid e li superano generando nuove ricchezze e benessere per tutti….nonostante tutto la mia natura resta ottimista.”