ROMA – Per cercare di recuperare posti a sedere, contrastando i limiti causati dalle distanze di sicurezza all’interno dei locali, le richieste per ampliare i dehor sono tante. Anche in un posto come la Capitale, i gestori sfruttano al massimo questa possibilità di guadagno, a volte anche rendendo difficile il passaggio per strada. Leggiamo la notizia da roma.repubblica.it.
Roma piena di tavolini per le strade
I tavoli in legno apparecchiati al centro di via Condotti, proprio di fronte alle insegne delle storico Caffè fondato nel 1760: è venerdì, sei clienti si godono un aperitivo con vista mozzafiato. Lo sguardo accarezza i marmi della scalinata di Trinità dei Monti. Deserta, bellissima.
Come lo sarebbe largo dei Librari se non fosse stato ferito dagli spruzzi di vernice del ristoratore che ha prima macchiato di bianco i sampietrini per delimitare il distanziamento tra i tavoli. Poi, per evitare la multa, ha eseguito il maquillage ” all’amatriciana”. Coprendo la vernice con del nastro adesivo. Comportamenti che fanno discutere.
Le associazioni per la tutela del centro storico lanciano l’allarme
” Servono i controlli, nel cuore di Roma sta tornando la giungla: occorre difendere i monumenti, la storia della città”.
La deroga ai piani di massima occupabilità, la concessione di ulteriore spazio di suolo pubblico per favorire la ripartenza “sia davvero temporanea come è stabilito dal Mibact, non definitiva – invoca Gemma Mezza, di Italia nostra Roma – bisogna tutelate i diritti dei residenti, i marciapiedi sono già invasi dai tavoli ” . Annuisce la presidente dell’Associazione abitanti centro storico Viviana Di Capua: “Gli esercenti dimostrino responsabilità “.
Lisa Roscioni del comitato via Urbana per Monti vivibile riassume
” In Italia nulla è più definitivo del temporaneo: la città pullula nuovamente di occupazioni indebite”. Gli esercenti, già provati dalla quarantena, vittime dei ritardi nell’erogazione dei sussidi, attendono da settimane l’approvazione della delibera ad hoc in consiglio comunale. ”
L’allargamento temporaneo – spiega Leslie Capone ( Pd), l’assessore al Commercio del municipio VIII – è uno degli strumenti a sostegno delle piccole imprese sane, può anche aiutare ad arginare il rischio delle infiltrazioni mafiose”. Il 22 maggio scorso è stata approvata la delibera di giunta, che consente di allargarsi in autocertificazione, ma migliaia di ristoratori onesti, comprensibilmente non si fidano: il progetto può essere bocciato entro 60 giorni. A quel punto gli arredi andrebbero buttati. Così al municipio I sono pervenute solo 100 richieste, ” a Garbatella 22 ” , aggiunge Capone.
Il capogruppo dem in consiglio comunale Giulio Pelonzi sta lavorando per trovare una sintesi tra le proposte del Pd e quelle dell’assessore al Commercio Carlo Cafarotti (sul tavolo anche la delibera Coia e quella Fdi).
“Il punto di mediazione sull’estensione delle Osp potrebbe essere il 40 per cento nel sito Unesco e il 60 nel resto della città – ragiona – abbiamo chiesto il parere degli uffici sulla durata del provvedimento, per noi deve essere di sei mesi come da decreto. Ma Coia e Fdi spingono per i 18 mesi. La normativa deve avere una base solida “. I punti sono diversi. Pelonzi ha inviato gli emendamenti ai capigruppo nei municipi: “Entro la fine della settimana – afferma – speriamo di riuscire a votare il testo in aula Giulio Cesare”.