ROMA – Il Caffè Galeotto vuole essere un occasione di recupero per chi dal crimine è stato macchiato e vuole riabilitarsi. Così come stanno facendo i dieci detenuti impiegati nella torrefazione di caffè prodotto direttamente nel carcere di Rebibbia.
“Sono nato nella periferie romane”. Commenta Riccardo Fatone che con la sua ditta fornisce le commesse per le riparazione delle macchinette di caffè che molto probabilmente ingrandiranno la semplice torrefazione di Rebibbia. “Questo è il modo migliore per combattere l’illegalità causata dall’emarginazione”
Il carcere non è solo punizione
Lì dove chi molto spesso è emarginato, “viene trattato senza pregiudizio” come sottolinea un detenuto. Il carcere non deve essere solo punizione ma anche possibilità di riabilitazione per l’individuo che aveva sbagliato.
“Il livello della recidiva con queste iniziative”,sottolinea il direttore del carcere Mariani,”scende dal 70% al 20%”. Iniziative che non lasciano indifferenti il ministero di Giustizia. ”Questi percorsi cercano di abbattere la barriera tra lo scontro della pena e la fine di essa con il reinserimento sociale” ha detto il sottosegretario Migliore.
Dunque un piccolo chicco di caffè per la speranza di un domani diverso.