ROMA – Robusta Specialty? Perché no (?) è il titolo dell’evento in programma sabato 13 luglio a Roma, presso il laboratorio di cultura sul caffè The Bocs. L’evento, voluto da Mondicaffè, è organizzato ancora una volta con lo scopo di diffondere la cultura del buon caffè, attraverso una informazione giusta; lontana dalle tendenze, da convinzioni enfatizzate e dai preconcetti radicati.
Di recente si parla sempre più di caffè e le informazioni vengono divulgate attraverso tutti i media, persino la televisione, che nonostante l’evoluzione dei mezzi di comunicazione con il rinnovo generazionale, resta pur sempre un mezzo di comunicazione di grande impatto.
Purtroppo però le informazioni diffuse non sono sempre corrette e spesso manipolate da interessi commerciali che confondono le idee, specialmente quelle del consumatore finale.
Da qualche anno finalmente si parla di qualità e di recente grande importanza viene data alla divulgazione del concetto di sostenibilità applicato al caffè. Molte torrefazioni comunicano al consumatore le specie botaniche e le origini del caffè sulle confezioni, specificando se si tratta di Arabica o Robusta. E indicandone la provenienza da un continente piuttosto che da uno specifico Paese di produzione.
Informare correttamente e senza preconcetti
La divulgazione di alcuni concetti base di botanica come quello legato alla differenza tra la specie di caffè Arabica, che ha per natura una complessità aromativa e gustativa che non si trova nei caffè Robusta, ha portato però a dei preconcetti generalistici che nel tempo sono stati utilizzati come “informazione distorta con fini commerciali”.
Dire Arabica non significa sempre qualità. Arabica e Robusta sono due frutti diversi pertanto è ovvio che non ci si può aspettare di ritrovare in tazza le stesse caratteristiche organolettiche. Tuttavia, in entrambi le specie, molti sono i fattori che ne influenzano la qualità: la varietà botanica; l’attenzione nelle pratiche agricole; il tipo di raccolta e il processamento delle ciliegie; l’asciugatura e la selezione dei difetti; la conservazione prima e dopo la tostatura, anche questa determinante. Fondamentale sarà la capacità di estrarre correttamente la bevanda.
La tracciabilità rivaluta i Robusta
Con “l’avvento” dei caffè Specialty, la tracciabilità del prodotto ha portato sulle etichette una descrizione dettagliata della materia prima e di tutte le fasi di lavorazione. Le attenzioni sono ricadute finalmente e inevitabilmente anche sulla figura del coltivatore tanto da avviare progetti di sostenibilità.
Gli studi e le ricerche degli ultimi anni svolti da parte dei professionisti di settore, hanno inoltre promosso la comprensione e l’accettazione della Robusta, specie ormai etichettata a priori “cattiva” rispetto alla specie Arabica.
La specie Robusta ha un valore immenso per il settore del caffè, dovuto in parte alla resistenza della pianta e alla sua maggiore capacità di produzione. Caratteristiche che ne fanno un’alternativa interessante alla luce delle sfide crescenti poste dal cambiamento climatico, soprattutto se di buona qualità.
Molti produttori hanno iniziato a prestare attenzione alle pratiche agricole e ai processi di lavorazione anche dei caffè di questa specie. Tanto da migliorarne significativamente la qualità della tazza finale.
Il protocollo Cqi per i “Fine Robusta”
Sin dal 2009 il Cqi usa uno specifico protocollo di valutazione tecnica attraverso l’assaggio dei “Fine Robusta” continuamente aggiornato per garantire che il programma rifletta le tendenze e gli standard attuali. Hanno inoltre compilato un manuale di classificazione verde per Fine robusta, che aiuta gli utenti a identificare i difetti e a capire come influiscono sulla qualità della tazza.
L’evento prevede una seduta di assaggio alla brasiliana di Fine Robusta, valutati con il relativo protocollo di assaggio. Le origini sono India, Filippine, Vietnam, Ecuador, Indonesia, Rwanda, Uganda, Guatemala, Brasile, Java, Tanzania.
Responsabile dell’organizzazione dell’evento sui Robusta specialty – voluto da Franco Mondi, titolare dell’azienda Mondicaffè, nonchè uno dei soci fondatori di CSC – è Francesca Surano in qualità di consulente dell’azienda per la formazione e l’innovazione nonchè socia di Umami Area. Tra gli esperti di settore saranno presenti Andrej Godina, Dottore di Ricerca in Scienza, Tecnologia ed Economia nell’Industria del Caffè Ermanno Perotti, Q-Grader Robusta e AST Trainer, Helena Oliviero Q-Grader Robusta e AST Trainer, i quali interverranno per presentare esperienze e nuove ricerche in merito alla Robusta.
L’evento sui Robusta specialty è aperto al pubblico previa registrazione
Per info basta scrivere una email all’indirizzo francesca.surano@mondicaffe.it o chiamare il numero 3891038218.