MILANO – L’epidemia di ruggine del caffè che sta interessando l’America centrale è una delle peggiori di cui si abbia memoria. Così ha affermato il direttore esecutivo dell’Ico Robério Oliveira Silva nel report diffuso nella giornata di ieri. Per fare il punto della situazione al termine del suo recente viaggio compiuto nella regione.
Robério Oliveira Silva lancia l’allarme
Nell’annata caffearia 2012/13 andranno persi almeno 2,7 milioni di sacchi. Per un danno stimato di almeno mezzo miliardo di dollari.
Circa la metà della aree coltivate a caffè nei 5 principali paesi latino americani sono state colpite dalla piaga. Gravi le ripercussioni anche per l’occupazione. Con centinaia di migliaia di impieghi stagionali a rischio.
Robério Oliveira Silva: il viaggio
Il viaggio compiuto da Silva in centro America per valutare la situazione sul campo ha avuto come prima tappa il Guatemala.
Qui, il direttore esecutivo ha preso parte, a Città del Guatemala, al primo Summit internazionale di crisi organizzato dal World Coffee Research Institute (istituzione operante presso il Norman Borlaug Institute di College Station, Texas).
Assieme a Promecafé. L’organismo regionale costituito dalle autorità di 7 paesi dell’area. (Costa Rica, El Salvador, Giamaica, Guatemala, Honduras, Panama, Repubblica Dominicana). Nonché da due prestigiosi istituti di ricerca (il francese Cirad e il costaricano Catie).
Il vertice ha avuto il supporto di Anacafé
Nonché il contributo fattivo dell’Ico e di altre importanti organizzazioni e agenzie internazionali. Presenti i rappresentanti di governi (in particolare il Dipartimento Usa dell’agricoltura), Ong, associazioni di settore; istituzioni scientifiche, nonché nomi di rilievo del settore privato. Quali Starbucks e Green Mountain Coffee Roasters.
A rappresentare la comunità internazionale, l’International Finance Corporation (Ifc), la Banca interamericana di Sviluppo (Idb) e la Banca Mondiale.
Un importante risultato ottenuto dal Summit
E’ stato la creazione di un’unità di crisi– Parzialmente finanziata dall’Agenzia Usa per lo sviluppo internazionale (Usaid), dall’Istituto interamericano per la cooperazione agricola (Iica) e da una partnership privata coordinata da Promecafé.
Compito di questa struttura
Assistere i governi e le istituzioni caffearie nel finanziamento degli acquisti di fungicidi; nella formazione dei produttori e nel potenziamento dei laboratori di ricerca impegnati nella selezione di cultivar resistenti alla ruggine del caffè.
In Honduras
Robério Oliveira Silva ha visitato gli uffici dell’Istituto onduregno del caffè (Ihcafé) e del Consiglio dell’impresa privata (Cohep). Ha incontrato inoltre rappresentanti del governo, delle associazioni, e delle autorità monetarie.
Durante una visita organizzata nell’area di Marcala, La Paz ha avuto modo di verificare di persona lo stato delle colture colpite dalla piaga.
Terza tappa, El Salvador
Dove il direttore esecutivo è stato accompagnato dall’ambasciatore salvadoregno a Londra Werner Romero in un viaggio nelle principali regioni di produzione.
Tra le personalità incontrate, il ministro degli affari economici Armando Flores e il vice ministro dell’agricoltura Alexander Flores.
In Nicaragua
Robério Oliveira Silva è stato ricevuto dal presidente della repubblica Daniel Ortega, che ha sottolineato l’esigenza di individuare soluzioni che vadano oltre la sola emergenza fitosanitaria attraverso un approccio olistico; che prenda in considerazione debolezze e punti di forza del settore nei singoli paesi, nonché nell’intera area centro americana.
Dagli incontri avuti anche con i titolari dei dicasteri dell’agricoltura, dello sviluppo economico e della cooperazione è emersa grande apprensione per l’incidenza del fenomeno. Questo potrebbe aggravarsi con l’arrivo dell’imminente stagione delle piogge.
In Costa Rica
Il numero uno dell’Ico ha visitato il Centro di ricerca sul caffè, accompagnato dal direttore esecutivo dell’istituto del caffè della Costa Rica (Icafé) Ronald Peters- Ha avuto modo di analizzare la situazione assieme al ministro dell’agricoltura Gloria Abraham.
Il punto
Pur non trattandosi di un fenomeno nuovo, l’attuale epidemia di ruggine del caffè è una delle peggiori di cui si abbia memoria, si legge nel rapporto.
In 3 paesi – Costa Rica, Guatemala e Honduras – continua lo stato di emergenza fitosanitaria. Il parassita, che attacca le foglie degli arbusti di caffè e impedisce la maturazione delle drupe, è destinato ad avere un impatto grave sia sulla stagione di raccolto in corso che sulla prossima.
Una prima stima sull’entità dei danni
Ipotizza per il 2012/13 un calo produttivo di 2,7 milioni di sacchi nei 5 paesi centro americani più Panama e Giamaica- Pari a una flessione del 17,1% sull’anno precedente.
I mancati guadagni saranno di almeno mezzo miliardo di dollari. La minor produzione di caffè lavati creerà problemi di approvvigionamento all’industria dei paesi consumatori tradizionali. In particolar modo ai torrefattori posizionati nel segmento premium.
Il bilancio per il 2013/14 si preannuncia ancora più grave
L’epidemia ha già colpito in media il 50% delle superfici coltivate, con punte del 74% e del 70% rispettivamente nel Salvador e in Guatemala.
Bisogna inoltre tenere conto dell’impatto sociale
La maggioranza dei caffeicoltori della regione è costituita da piccoli produttori, che avranno difficoltà ancora maggiori ad assorbire i contraccolpi della crisi.
A ciò vanno aggiunte le ripercussione occupazionali,. Con centinaia di migliaia di posti di lavoro stagionali in meno (370mila quest’anno) nelle aree di produzione.
I mancati guadagni e il calo dell’occupazione rischiano di disgregare il tessuto socioeconomico di queste aree. L’emergenza economica potrebbe accentuare le pressioni migratorie verso i centri urbani e verso il nord America.
Le strategie
Secondo stime del World Coffee Research Institute, il trattamento con pesticidi di tutte le aree colpite avrebbe un costo attorno ai 125 milioni di dollari.
Affinché i trattamenti siano efficaci è necessario però che i fungicidi siano applicati correttamente. Di qui l’importanza della formazione dei produttori al loro utilizzo attraverso appositi corsi e workshop.
In virtù del Memorandum di cooperazione sottoscritto nel 2004, l’Ico sta collaborando sin d’ora con l’Onu e con la Divisione Fao Produzione vegetale e protezione delle piante.
La Fao si è già attivata nel fornire supporto tecnico attraverso il suo ufficio regionale di Panama.
Coffee and Climate toolbox
L’Ico sta inoltre considerando la possibilità di ospitare, da settembre 2013, la Coffee and Climate toolbox. Iniziativa nata da una partnership pubblico-privato sviluppata dall’agenzia tedesca Giz (Deutsche Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit), assieme a Cabi (Centre for Agricultural Bioscience International); all’Agenzia brasiliana per la ricerca agricola (Embrapa) e al Centro internazionale per l’agricoltura tropicale (Ciat) di Cali (Colombia).
Considerando il fatto che il 40% delle aree coltivate è soggetto alla ruggine del caffè e che il 70% degli arbusti ha un’età superiore ai vent’anni, il rinnovo delle colture è destinato ad avere un ruolo essenziale nelle strategie di lotta a questa malattia.
Il report
Sottolinea tuttavia come sarà necessario innanzitutto individuare delle nuove cultivar resistenti all’ Hemileia vastatrix adatte a queste regioni.
A tale scopo, l’Ico sta esplorando possibili collaborazioni con l’istituto di ricerca tropicale di Lisbona.
Qualsiasi operazione di rinnovo su larga scala comporterà un rilevante sforzo economico a sostegno dei produttori. Con finanziamenti agevolati, contributi e programmi di diversificazione colturale.
L’Ico sta infine assistendo la Banca Mondiale nell’elaborazione di un nuovo modello migliorato di gestione del rischio nel settore caffeario.
È in fase di elaborazione anche un’analisi di sostenibilità a lungo termine per la regione centro americana. Le cui conclusioni verranno rese note nella 112a sessione del Consiglio, in programma a marzo 2014.
POTETE SCARICARE QUI IL RAPPORTO COMPLETO IN PDF.