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martedì 05 Novembre 2024
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Ritter: il cacao quadrato verso la neutralità climatica con il sostegno agli agricoltori

Un’attenzione alla sostenibilità scritta indietro nel tempo, già nel 1990, quando nasceva il primo programma pilota di coltivazione sostenibile del cacao avviato in Nicaragua per aiutare gli agricoltori che praticavano un’agricoltura attenta all’ambiente e alle persone

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Ritter si dirige verso la neutralità climatica, riducendo le emissioni con una produzione alimentata da energie rinnovabili e puntando alla completa tracciabilità di chicchi e tavolette. Leggiamo di seguito la storia e la filosofia dell’azienda grazie alla prima parte dell’articolo di Ginevra Barbetti per il quotidiano Il Corriere della Sera.

L’impegno di Ritter verso la sostenibilità

MILANO – “Non c’è così tanta metafisica sulla terra come in un cioccolatino”, scriveva Pessoa. È il 1912 e con la “fabbrica di cioccolato e zucchero” di Alfred Eugen Ritter e Clara Ritter a Bad Cannstatt a Stoccarda s’inizia a scriverne la storia.

Vent’anni dopo, la stessa Clara, nel condividere il cibo degli dei con giocatori e tifosi del vicino stadio, si accorge che le classiche tavolette rettangolari e sottili, ingombranti e facili a spezzarsi, mal conciliano con le tasche delle giacche sportive.

Nasce così l’intuizione di un formato nuovo: quadrato e tascabile, più compatto rispetto alle tavolette tradizionali. Racconta anche questo il Ritter Museum – con la sua struttura cubica a firma dell’architetto svizzero Max Dudler – che dal 2005 accanto alla fabbrica di cioccolato a Waldenbuch, vicino Stoccarda, ospita una collezione di circa 1200 opere di arte astratta geometrica del XX e XXI secolo.

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