domenica 22 Dicembre 2024
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Ristorazione, interrotti i tavoli negoziali sul contratto nazionale: la posizione di Fipe e Aigrim

Aldo Cursano, vicepresidente vicario di Fipe-Confcommercio: “Siamo fermamente convinti che si debba procedere in termini rapidi al rinnovo del Contratto nazionale del settore della ristorazione e del turismo, che oggi è il terzo contratto nazionale in Italia, applicato nel nostro Paese da oltre 600.000 lavoratori. Lo dobbiamo alle nostre imprese, ai nostri lavoratori , ma anche al nostro Paese dal momento che il Settore ha un valore identitario strategico e offre un contributo importante per il PIL nazionale, con un ruolo fondamentale nelle filiere del turismo e dell’agroalimentare. Ci auguriamo che le trattative possano riprendere al più presto, alla ricerca di soluzioni condivise, equilibrate e sostenibili dalle parti coinvolte”

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Si è tenuto un nuovo incontro tra le associazioni delle imprese del settore della ristorazione e del turismo e le organizzazioni sindacali. In una nota, Fipe-Confcommercio e Agrim fanno presente presente che le imprese avrebbero voluto discutere di “novità nell’ambito della trattativa di rinnovo del Contratto nazionale di categoria a fronte del quale è stato, tuttavia, riscontrato un atteggiamento di chiusura da parte delle organizzazioni sindacali, che ha comportato la rottura delle trattative”.

Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Il Denaro.

L’incontro tra le associazioni delle imprese della ristorazione e del turismo e le organizzazioni sindacali

MILANO – Si è tenuto il 31 ottobre un nuovo incontro tra le associazioni delle imprese del settore della ristorazione e del turismo e le organizzazioni sindacali, che ha seguito i numerosi tavoli tecnici che si sono tenuti nei mesi scorsi.

“Le scriventi organizzazioni, che rappresentano la stragrande maggioranza delle imprese della ristorazione italiana, avrebbero voluto discutere di novità nell’ambito della trattativa di rinnovo del Contratto nazionale di categoria a fronte del quale è stato, tuttavia, riscontrato un atteggiamento di chiusura da parte delle organizzazioni sindacali, che ha comportato la rottura delle trattative”, si legge in una nota di Fipe-Confcommercio e Aigrim.

Una piattaforma contrattuale al passo con i tempi

“Abbiamo perso un’occasione, l’interruzione dei tavoli negoziali con i Sindacati danneggia le nostre persone – ha commentato Cristian Biasoni presidente di Aigrim e vicepresidente di Fipe-Confcommercio – La nostra volontà, tuttavia, è di continuare a cercare il dialogo, anzitutto per i nostri lavoratori, siamo infatti convinti che meritino una piattaforma contrattuale al passo con i tempi, non solo quindi adeguata dal punto di vista economico, ma che rappresenti un reale passo in avanti dell’impianto contrattuale”.

Biasoni aggiunge: “Ce lo chiedono le nostre persone, ed è nostro dovere morale ascoltarle, persone che fanno un lavoro difficile ma fondamentale per il Paese, e che hanno diritto a un sistema che garantisca un miglior equilibrio vita-lavoro”.

“Siamo fermamente convinti che si debba procedere in termini rapidi al rinnovo del Contratto nazionale del settore della ristorazione e del turismo, che oggi è il terzo contratto nazionale in Italia, applicato nel nostro Paese da oltre 600.000 lavoratori” ha dichiarato Aldo Cursano, vicepresidente vicario di Fipe-Confcommercio.

Cursano aggiunge: “Lo dobbiamo alle nostre imprese, ai nostri lavoratori , ma anche al nostro Paese dal momento che il settore ha un valore identitario strategico e offre un contributo importante per il PIL nazionale, con un ruolo fondamentale nelle filiere del turismo e dell’agroalimentare. Ci auguriamo che le trattative possano riprendere al più presto, alla ricerca di soluzioni condivise, equilibrate e sostenibili dalle parti coinvolte.”

Questo rinnovo deve fornire l’occasione per effettuare interventi importanti su alcune normative superate dai tempi, coerentemente con le professionalità del mercato, e per affrontare altre questioni divenute – purtroppo – di grande attualità, come la necessità di ridare valore al lavoro, che richiede uno sforzo comune anche sui temi della produttività e affrontare temi improcrastinabili, come tutela contro la violenza di genere.

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