MILANO – Al caffè sono attribuite numerose caratteristiche positive, ma non era mai saputo che bere un espresso aiuti a comportarsi in maniera più corretta e onesta sul lavoro, e anche a prevenire il diabete. È la conclusione di due diversi studi, pubblicati sul Journal of Applied Psychology.
Secondo il primo studio dell’università di Washington, i lavoratori stanchi sono più a rischio di cedere all’influenza e alle richieste disoneste e immorali dei loro capi.
Con una bella tazzona di caffè invece non si sente più la stanchezza che porta a cedere a comportamenti poco corretti. Fornire quindi caffeina nei posti di lavoro e ridurre le lunghe ore di lavoro aiuta i lavoratori a comportarsi meglio.
«Quando non si può dormire e si deve lavorare – rileva David Welsh, uno dei ricercatori – è più facile seguire e cedere a suggerimenti e indicazioni poco oneste del proprio capo, perché resistere necessita energie che in questo caso non si hanno.
La caffeina dà quell’energia extra che aiuta a resistere».
Uno studio dell’Harvard School of Public Health ha invece scoperto che bevendo una 1,5 tazza di caffè in più si riduce il rischio di sviluppare diabete di tipo II.
La quantità ideale da assumere, sostiene la ricerca, per prevenire il diabete è di 3-5 tazze. Il caffè contiene infatti diverse sostanze che migliorano la capacità del corpo di scomporre il glucosio, cosa che contribuisce appunto al diabete.
I ricercatori hanno esaminato i dati relativi ad un periodo di 20 anni di oltre 100mila persone, scoprendo così che quelli che avevano ridotto il consumo di caffè di circa una tazza avevano visto aumentare del 17% il loro rischio di diabete.
Bere una tazza in più e oltre, dicono i ricercatori, riduce il rischio dell’11%. Chi beve oltre mezzo litro al giorno di caffè e non riduce il consumo di caffeina, secondo lo studio, ha il 37% in meno di possibilità di sviluppare il diabete.