MILANO – La mole di statistiche e stime diffuse in quest’ultima settimana non ha inciso in modo sostanziale sull’andamento dei prezzi del caffè.
I mercati continuano a risentire soprattutto dei fattori tecnici e degli sviluppi macroeconomici, che delineano un quadro negativo per il settore delle materie prime.
New York ha subito ieri la terza battuta d’arresto consecutiva. Il contratto principale (luglio) ha perso ulteriori 170 punti chiudendo a 128,55 centesimi. Per il front month è il livello più basso dal 3 giugno dello scorso anno.
Ribassi anche per Londra, dopo il parziale recupero di martedì. L’ICE Robusta ha perso ieri 31 dollari scivolando a ridosso della soglia dei 1.900. La chiusura a 1.905 dollari (intraday a 1.901).
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