MILANO – Crescono le tensioni sul mercato del caffè, tra criticità climatiche, costi crescenti e colli di bottiglia logistici, che stringono sempre più la morsa sulla catena di approvvigionamento: secondo il nuovo report Ico – diffuso venerdì scorso – la media mensile dell’indicatore composto è cresciuta, a ottobre, del 6,8% toccando un nuovo massimo di 181,57 centesimi, il valore più alto dal febbraio del 2012.
Si tratta del dodicesimo incremento mensile consecutivo. Rispetto a ottobre 2020, l’indicatore si è rivalutato, in un anno, del 71,5% riflettendo un sostanziale cambiamento negli scenari di mercato.
A differenza di quanto accaduto a settembre, la spinta maggiore al rialzo torna a essere fornita dagli indicatori degli arabica, con colombiani dolci (7,7%), altri dolci (6,9%) e brasiliani naturali (8,9%) in forte ripresa.
Rallenta invece la corsa dei robusta, il cui indicatore si rivaluta di appena lo 0,6%. Gli indicatori di Ice Arabica e Ice Robusta (media della seconda e della terza posizione) sono in rialzo rispettivamente del 7,7% e dell’1,5%.
Proviamo a collocare questi dati in una prospettiva storica. Con un valore di 258,87 centesimi, l’indicatore dei colombiani dolci è ai suoi massimi dal settembre del 2011.
L’indicatore degli altri dolci si attesta a 241,06 centesimi, mai così in alto dal novembre del 2011.
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