POSITANO (Salerno) – Il web ha divorato la notizia dello scontrino stratosferico emesso da un bar di Positano per un caffè da 10 euro, ma la realtà è che come in altri casi che abbiamo riportato, ci sono determinati contesti in cui il conto non include solamente un espresso, ma un’intera esperienza. Se si prende una tazzina a Venezia per esempio, nessuno dovrebbe stupirsi di cifre alte per un ordine semplice: è una questione di esperienza, di location, di storia.
Ci sono alcuni luoghi in Italia che sono più scenografici e turistici di altri, per cui un caffè non è solo “un caffè”. E si paga di conseguenza. Detto questo, leggiamo in merito a questa faccenda che ha destato l’attenzione di tutti online, la replica del gestore, dall’articolo di Giuseppe Cozzolino su fanpage.it.
Positano: il caso dello scontrino, la risposta del proprietario
“Bastava che la cliente consultasse i menù che abbiamo”. Il proprietario del locale di Positano, in penisola sorrentina, dove una cliente ha pagato un caffè 10 euro postando poi lo scontrino sui social, si difende. E spiega che i prezzi sono ben chiari sui menu presenti nel proprio locale, e se non avesse voluto avere sorprese sarebbe bastato appunto leggere le cifre riportate. La donna aveva pubblicato uno scontrino da 46 euro, in cui mostrava di aver pagato venti euro per due caffè, altri venti euro per due bibite analcoliche ed infine altre sei euro per un litro d’acqua.
“Tra l’altro”, ha spiegato il proprietario del locale intervistato da Positanonews, “dovrebbe sapere che esiste una differenza tra un bar di una stazione o di Marano. Qui ci si gode la consumazione seduti sulla spiaggia di Positano con un panorama mozzafiato.
Inoltre”, ha continuato il titolare del locale, “abbiamo la musica dal vivo e quindi è chiaro che non si può pagare una bottiglietta d’acqua oppure un caffè 1,50 euro. I musicisti vanno pagati, è normale. Questo fa capire lo spessore della gente che c’è in giro”, ha continuato il titolare, evidentemente seccato dalle polemiche di questi giorni verso lui ed il suo locale.
E prende ad esempio anche altre città italiane:
“Ad esempio, io sono stato a Firenze con mia moglie ed i miei figli ed in un bar a Piazza della Signoria ho pagato quattro caffè, quattro spremute d’arancia e quattro toast 96 euro”, ha aggiunto l’uomo, che ha quindi chiuso il polverone sollevato sui social aggiungendo che sarebbe bastato “che la cliente consultasse i menù che abbiamo”.