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sabato 02 Novembre 2024
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Renato Bossi, un amico, guarda alla pensione e succede nella Giornata internazionale del caffè

Il messaggio incoraggiante: "Mi permetto un piccolo suggerimento: nella vostra attività quotidiana cercate sempre di essere propositivi, di lavorare con il sorriso, dentro e fuori, perché questo è percepito dagli altri e fa bene a tutti"

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  • Dalla Corte
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MILANO – Renato Bossi è un professionista del settore, esperto delle logiche che lo regolano, grazie ad un lavoro sul campo di tanti anni. Per lui è arrivato finalmente il momento di godersi la pensione e di diventare da attore in prima linea a profondo conoscitore e amante della bevanda, a consumatore. Prima però il suo saluto a
tutta la comunità del caffè attraverso questo intervento che Bossi ha voluto condividere con tutto il settore. Parole molto interessanti e cariche di significato perché Bossi gli addetti ai lavori li ha conosciuti davvero tutti perché ha lavorato fianco a fianco con ciascuno, anche se su fronti differenti, instancabilmente.

Renato Bossi: un percorso di vita e professionale parallelo e molto lungo

Buongiorno ragazzi, eccomi qui a raccontarmi. La mia esperienza professionale è iniziata nella primavera di un lontano 1986, entrando nella mitica Faema di via Ventura 3, chi non se la ricorda. Ci arrivavo con l’autobus, con la voce dei miei genitori che mi dicevano “Sei sicuro? In Faema ci sono gli scioperi”. Mi bastarono due giorni per capire in quale grande
organizzazione fossi finito. Lavoravo nel dipartimento marketing. Quando, vent’anni dopo quel periodo di esordio nel mondo del lavoro, Enrico Maltoni mi ha regalato il libro della Faema è stata una vera emozione.

Sottolineata dalla dedica personale dell’autore. Un libro che consiglio a tutti: un testo ricco, contenente persino le copie dei cataloghi che produceva il nostro ufficio. È stata un’emozione grandissima. Voglio rivolgere anche un ringraziamento particolare ad Alberto T. e Sergio G. per gli insegnamenti ricevuti.

In seguito alla Faema, ho avuto il piacere di fare una breve esperienza presso la Henkel Ecolab: una realtà già avanti nei tempi in termini di innovazione. Già all’epoca parlavano di detergenza verde. Subito dopo aver concluso questa parentesi, sono approdato alla Zanussi vendig, fiore all’occhiello del gruppo veneto, che sarebbe poi diventata fucina di futuri manager del settore distribuzione automatica e macchine per caffe espresso professionali.

È stato qui che ho vissuto un’esperienza particolare data dalla difficoltà di vendere le macchine per la colazione con il latte solubile. Soprattutto in montagna, per proteggere la produzione locale di latte fresco. Mi dovevo scontrare con un’insolita concorrente: la mucca. Finita questa fase di crescita, nella metà degli anni novanta ho cominciato la collaborazione con il Gruppo Cimbali, che aveva appena acquisito il marchio Faema, quasi come a voler ripercorrere un cerchio che ritorna. Anche questa è stata un’occasione unica, con cui mi sono dovuto cimentare nel proporre un prodotto esclusivo a un mercato che non ne conosceva neppure l’esistenza: la superautomatica Dolcevita.

Fine anni novanta, Renato Bossi arriva in Casa Rancilio

La mia più importante e significativa tappa professionale e non solo per durata.
Ricordo ancora le battaglie con i quattro cugini Rancilio, insieme contro tutto e tutti. Ricordo le tante soddisfazioni, prima con la Classe 10 e poi la Classe 11, la mia macchina. In questa realtà ho avuto sin dal principio la percezione di lavorare in una famiglia, formata non solo dai
titolari ma anche e soprattutto dai colleghi: ricerca & sviluppo, uffici, produzione, eravamo tutti un gruppo coeso. Sono state belle sensazioni quelle che ho provato entrando in officina, data dalla cordialità dei colleghi, dai sorrisi della gente, persino dagli sfottò calcistici per la maglia da tifoso: Milan, Juve e la mia amata Inter.

Nell’ultimo triennio, un tassello che mi mancava. Ma imprescindibile per una formazione completa : il caffè. Un mondo magico, pieno di storia e di cultura, attraverso il quale ho avuto la fortuna di incontrare un’eccezionale famiglia di imprenditori (i Milani) proprietari di uno dei più importanti e completi musei al mondo del nostro settore.

E che dire poi delle associazioni, ne cito tre per tutte:
– Altoga : con la quale, quest’anno assieme a Fipe e Confcommercio, ci siamo battuti a favore di bar e
ristoranti;
– Iei : da quasi vent’anni sempre assieme in nome dell’Espresso Italiano;
– Sca : come dimenticare i primordi a Retorbido con Paolo U., Niels M., Andrea L., Mariano S. (mi scuseranno gli altri che non cito), chi l’avrebbe detto che Rimini sarebbe diventato il nostro palco, vero Marcello V.?

Le prime esperienze vissute assieme a Chiara B., Francesco S., Davide C., i fratelli V., prima che prendeste tutti il volo. Sassolini? In 35 anni neanche uno.
A tutti voi un grandissimo grazie e un altrettanto grande in bocca al lupo: ne avete tutti bisogno ma ce la farete perché siete tosti.

Mi permetto un piccolo suggerimento: nella vostra attività quotidiana cercate sempre di essere propositivi, di lavorare con il sorriso, dentro e fuori, perché questo è percepito dagli altri e fa bene a tutti.

Ed ora, inizia la mia seconda vita.

Enjoy

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