MILANO – Oltre ad essere una delle donne del caffè che si sono alternate su queste pagine, Renata Zanon è anche imprenditrice. E, in quanto trainer per Coffeehow, abbiamo discusso con lei sulla spinosa questione della gestione di un pubblico esercizio in tempo di crisi da un punto di vista particolare.
Renata Zanon: che cosa dovrebbe sapere chi decide di avviare una propria attività?
“Potrà sembrare una banalità, ma a mio parere per aprire un’attività è fondamentale essere centrati ed equilibrati. Aprire un’attività non è semplice, sia per quel che riguarda la gestione, sia perché è necessario avere a che fare con molte persone, alle volte anche maleducate, tutti i giorni.
Solo se ci sono questi presupposti, si può iniziare a formarsi e a prendere in considerazione la possibilità di aprire un esercizio pubblico. Importantissimo è non fare le cose in modo affrettato, ma considerare come punto fondamentale la formazione. L’improvvisazione non porta mai buoni risultati. A seguito di ciò, suggerisco un’analisi ben precisa della location e della clientela cui si vorrà dare servizio, cercando di essere
il più mirati possibile.
L’obiettivo è di strutturare la propria attività in base alle esigenze dell’utente finale e
non viceversa.”
Quali possono essere dei modi economicamente sostenibili per differenziarsi dalla concorrenza?
“A parità di location, quello che può far la differenzia dal concorrente è sicuramente la qualità del prodotto e del servizio. Vedersi servire un buon caffè, unito da un “Buongiorno” detto sorridendo, è un ottimo punto di partenza per il successo. Il mio consiglio è quello di investire nella formazione propria e dei dipendenti, alla ricerca dell’uniformità del servizio offerto, in modo da mantenere costante la qualità del locale.”
Qual è il valore aggiunto che può attirare il cliente secondo Renata Zanon
“Oltre a questi presupposti fondamentali, qualsiasi idea innovativa va presa in considerazione e sperimentata. In questo momento in cui l’Italia sta cominciando ad ampliare i propri orizzonti caffeicoli, punterei sulle estrazioni alternative del caffè. In questo modo si garantirebbe la diversificazione del prodotto offerto e un aumento dello scontrino medio.”
Quanto incide la liberalizzazione delle licenze?
“Sicuramente la liberalizzazione ha un aspetto positivo dal momento in cui si dà la possibilità a chiunque di mettersi in gioco e investire nella ristorazione. Tuttavia potrebbe essere molto negativo dal punto di vista della mancanza di competenze delle persone preposte alla gestione dei locali stessi.”
Secondo lei, perché molti chiudono nell’arco di un anno dall’apertura?
“Come già accennato nelle risposte precedenti, la mancanza di professionalità e di formazione pregiudica la buona riuscita dei progetti anche più ambiziosi. A questo si può aggiungere una pressione fiscale che spesso non lascia possibilità di respiro a chi non parte da una solida base economica.”
In che modo si informa e analizza i format di successo in Italia e all’estero?
“Partendo dalle mie esperienze lavorative passate e avendo la fortuna di frequentare ambienti di successo, ho creato una mia personale base di valutazione da poter utilizzare quando fornisco consulenze nei locali. A questo unisco quotidianamente la consultazione di riviste e blog specializzati, oltre al continuo confronto con colleghi del settore.”
Quanta importanza ha la comunicazione della propria attività come fosse un vero e proprio brand?
Renata Zanon: “L’identificazione con un logo/brand rende innanzi tutto più riconoscibile la propria attività. Dandone una precisa connotazione all’utente finale. In seconda battuta, si deve cercare di identificare la propria attività con un determinato sevizio: il fruitore dovrà recarsi in quello specifico locale sapendo di trovare al suo interno determinate caratteristiche che lo contraddistinguono.”
Per ampliare il bacino di utenti, è necessario creare un “ibridazione” tra caffetteria e altri settori diversi dall’hospitality, come le librerie ad esempio?
“Non è necessario, ma l’andamento del mercato sta volgendo in questa direzione. I locali multifunzionali stanno prendendo sempre più piede nelle grandi metropoli. Se però da un lato si rischia di offrire una qualità inferiore del prodotto, avendo una troppo ampia gamma di scelta, dall’altro si creano ambienti che destano curiosità nei friutori incoraggiandoli così ad entrare.”
Quanto investe in termini di strategie social?
“Personalmente mi trovo spesso attratta dai post pubblicati da alcuni esercizi e consiglio a tutti i gestori di locali pubblici di investire nel social media marketing.”
Quanto incide invece la scelta e l’allestimento di design della location?
“Secondo alcune ricerche scientifiche, bastano sette secondi per esprimere un primo giudizio su persone e/o ambienti sconosciuti. Pertanto, il primo impatto ricopre una certa importanza nel subconscio di un avventore. Questa prima impressione deve poi trovare riscontro nel servizio offerto per non vanificare il giudizio positivo avuto inizialmente. Il connubio di queste due valutazioni darà sicuramente un risultato vincente.”