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giovedì 21 Novembre 2024
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Le tre giornate di campionati mondiali di Coffee in good spirits: il backstage raccontato da Renata Zanon

Renata Zanon: "Essere presente in qualità di supporto tecnico per Rocket (fornitore delle macchine espresso e dei grinder) durante le competizioni è un modo bellissimo per poter destinare il tempo agli ambasciatori del caffè specialty di tutto il mondo"

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MILANO – Molti vivono le gare dei campionati mondiali a distanza in platea e assistono alle performance degli sfidanti insieme alla giuria: ma cosa accade dietro quei minuti di spettacolo? Ecco un esclusivo dietro le quinte dei quattro giorni vissuti nel backstage del World Coffee in Good Spirits Championship (CIGS) con gli occhi di una professionista che li ha passati a stretto contatto con i competitor: Renata Zanon.

CIGS, campionati mondiali: un dietro le quinte

Di Renata Zanon

“Alle 11 del mattino tutti i concorrenti sono chiamati per il briefing della gara. Inizialmente si guardano in giro un po’ confusi, poi iniziano a riconoscere gli altri concorrenti e si sciolgono un po’, si salutano, si abbracciano.

A piccoli gruppi studiano il palco gara: si percepisce un po’ di ansia.

All’arrivo dello stage manager e del capo giudice, inizia l’appello. I concorrenti sono in totale 23 e rappresentano, in ordine di gara: Giappone, Svizzera, Cina, Brasile, Italia, Taiwan, USA, Romania, Grecia, Cina, Austria, Messico, Hong Kong, Corea del Sud, Polonia, Tailandia, Canada, Francia, Repubblica Ceca, Ucraina, Australia, Indonesia, Regno Unito.

Noto un particolare interessante: nessuno di loro, né i concorrenti né i coach usano il telefono, perché tutti concentrati ad ascoltare il briefing (durato un’ora) e a fare domande.

Tra queste la più comune riguardava la disposizione dei tavoli della gara. Ma i competitor hanno anche chiesto informazioni riguardanti le prese di corrente dello spirit bar (molti avevano delle attrezzature elettriche), la disposizione delle attrezzature sullo stage e i dettagli riguardanti i settaggi della macchina espresso.

Al termine del briefing, il capo giudice li informa che proverà a parlare con l’organizzazione e che saranno informati di eventuali modifiche sulla disposizione dei tavoli tramite SMS. È quello che effettivamente accade perché il giorno dopo, saranno sistemati come richiesto dai concorrenti.

Tutto cambia nella giornata dello spirit bar.

I concorrenti arrivano nel backstage, uno spazio davvero molto grande al punto da risultare quasi freddo (soprattutto in confronto a quello dell’anno scorso a Taiwan), dove a ogni concorrente viene assegnato un tavolo sul quale appoggiare le proprie attrezzature.

Il mood dei concorrenti adesso cambia completamente e sono tutti seri: indossano guanti neri in lattice e lucidano attrezzature mentre parlano da soli – ripetendo lo speech – o con i loro coach. Nel backstage sono ammesse solamente due persone per concorrente: un coach ufficiale e un aiutante.

Nonostante lo spirit bar duri pochi minuti, 6 per la precisione, è la prima prova di ognuno ed è il momento in cui bisogna abbattere il muro dell’emozione.

I 23 concorrenti presentano le loro performances a singhiozzo, probabilmente a causa di qualche criticità nell’organizzazione e la sera si finisce con oltre due ore di ritardo.

Seconda giornata di campionati CIGS

La giornata inizia molto presto e già alle 7.30 i primi due concorrenti iniziano il loro practice time. Hanno 30 minuti di tempo per provare la loro gara con le attrezzature messe a disposizione nel backstage.

Devono trovare l’estrazione perfetta dell’espresso (regolando la macinatura e le dosi, le uniche variabili che possono cambiare) e iniziare ad assaggiare i loro drink. Fa un po’ strano vedere qualcuno sorseggiare tequila all’alba.

Ho potuto riconoscere due atteggiamenti: quello più rilassato, in cui il concorrente e il coach non hanno un piano ben preciso delle prove da fare, e quello più “orientale”.

Loro sanno esattamente cosa fare e in che ordine. Sono quasi delle macchine. Ognuno ha perfettamente in testa la disposizione degli ingredienti sui tavoli, le tempistiche, usano i 30 minuti a disposizione senza sgarrare di un attimo.

Poi tutti i concorrenti assieme ai loro coach devono fare l’ultima importantissima cosa prima della competizione on stage: trovare i descrittori sensoriali dei drink. E quindi si sentono sussurrare parole quali “floral, tangerine, milk chocolate, stone fruit…” che solo a sentirli ti viene l’acquolina in bocca.

Alle 9 inizia la competizione vera e propria. Il primo concorrente sale sul palco e inizia la sua performance di 10 minuti, in cui dovrà dimostrare i mesi di lavoro che lo hanno tenuto impegnato giorno e notte.

Non si ammettono errori. A metà giornata il ritardo nella scaletta è di solo una quindicina di minuti.

Dietro le quinte è possibile riconoscere chi ha appena gareggiato, solitamente arrabbiato perché si è accorto di qualche sbavatura, chi deve ancora fare la gara, perché cammina avanti e indietro consumando il pavimento e parlando da solo mentre mima a gesti i movimenti della performance e invece chi ha finito da più di un’ora, ormai rilassato che impacchetta il tutto per la finale del giorno dopo, alla quale accederanno solo in 6.

E infine, la terza giornata di CIGS

Solo 6 concorrenti sono arrivati in finale. Il backstage è pronto con 6 tavoli occupati.

L’atmosfera è molto più distesa: ormai arrivati a questo punto è giunto il momento di divertirsi. Tra di loro i concorrenti si aiutano, si confortano, si supportano a vicenda. È un bello spettacolo a cui assistere. Se senti un bicchiere rompersi si girano tutti con la consapevolezza che potrebbe essere un pezzo fondamentale per l’esibizione.

E poi, alla fine, poco prima della comunicazione del vincitore, ho imparato una routine a me sconosciuta: è buona norma scambiarsi a vicenda i caffè usati durante la gara. C’è una sorta di legge non scritta per la quale ogni finalista regala all’altro qualche grammo di chicchi, in segno di stima, rispetto e amicizia.”

Essere presente in qualità di supporto tecnico per Rocket (fornitore delle macchine espresso e dei grinder) durante le competizioni è un modo bellissimo per poter destinare il tempo agli ambasciatori del caffè specialty di tutto il mondo. Personalmente ho dedicato a loro ogni minuto possibile, facendo in modo che tutto fosse perfetto per le loro esibizioni. E devo ammettere che quello che mi rimane nel cuore è la loro gratitudine, un sentimento positivo che adoro.”

All’opera per mettere nelle condizioni di gareggiare tutti i competitor credits Renata Zanon nel backstage CIGS credits Simo Niiranen

E Andrea Villa, terzo posto al mondiale di CIGS, si aggiunge in chiusura di questa panoramica che resta spesso nascosta quanto importante per gli stessi che gareggiano: “L’aiuto nel backstage è fondamentale. Ogni informazione utile su tutta l’attrezzatura che si trova on stage permette al competitor di arrivare sereno sul palco.

Da un punto di vista della routine ormai quello che è fatto è fatto ma è fondamentale essere tranquillo con la mente per fare una grande gara. E a Copenaghen ci sono stati grandi professionisti nel dare tutto il supporto tecnico del caso.”

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