MILANO – La debolezza del real restituisce un po’ di ossigeno ai produttori brasiliani di caffè. Alle prese con prezzi in calo e costi in crescita. La moneta brasiliana ha toccato la settimana scorsa i suoi livelli più bassi da marzo 2009. Evidenziando, nel secondo quarto 2013, la flessione più marcata tra le 24 principali valute delle economie emergenti. Un trend che è stato accelerato dalle notizie di una possibile svolta più restrittiva da parte della Fed, che ha portato a un deflusso dai mercati emergenti facendo guadagnare oltre il 3% al biglietto verde nel corso delle ultime 2 settimane.
Real: una debolezza che aiuta i produttori
Il real più debole ha fatto scendere il punto di equilibrio per i produttori brasiliani di arabica a 115 centesimi libbra. Contro i 135 di inizio anno, secondo le stime di Macquarie Group.
I livelli attuali di prezzo
Sostiene l’analista Kona Haque – i produttori brasiliani sono comunque in grado di conseguire un utile.
Le operazioni di raccolta procedono intanto a pieno ritmo favorite dal bel tempo. Questo secondo il servizio meteo Somar. Previsto quindi un luglio caratterizzato dal condizioni di tempo “nettamente più secco rispetto a giugno. Con pochissimi episodi di pioggia” nelle regioni della coffee belt.
Rimane comunque qualche preoccupazione per le conseguenze delle forti piogge. Queste hanno interessato, il mese scorso, gli stati di San Paolo e Paraná, nonché il sud del Minas Gerais.
I dati forniti dall’analista meteo americano World Weather
Nel periodo 1 maggio – 25 giugno, le precipitazioni hanno raggiunto, in alcune zone di questi 3 stati, livelli tripli rispetto alle medie trentennali.
In San Paolo e Paraná, gli elevati livelli di umidità e la minor insolazione hanno favorito il proliferare di infezioni fungine. Queste hanno colpito in particolare i frutti meno maturi.
Nelle regioni meridionali del Minas Gerais, il tempo umido ha portato a una maturazione eccessivamente rapida delle drupe; con prevedibili conseguenze sulla qualità del caffè.
Secondo il Segretariato al commercio estero del Ministero dello sviluppo, dell’industria e del commercio estero (Mdic), l’export brasiliano di caffè verde è stato a giugno di 2,083 milioni di sacchi. Superiore del 23,6% a giugno 2012; ancorché inferiore del 9,25% al volume esportato a maggio.
Il valore medio delle esportazioni
E’ stato di 162,7 dollari/sacco. Inferiore quindi del 6,1% rispetto a quello di maggio. In flessione del 25,1% sullo stesso mese dell’anno scorso.
Sempre in tema di statistiche sono attese per domani le cifre mensili Cecafé sull’export. Con il riepilogo dei dati sulle esportazioni relativi all’intera annata 2012/13 (luglio-giugno).
Dati positivi dalla Colombia
Dove la produzione ha registrato a giugno un incremento del 28% rispetto allo stesso mese del 2012 raggiungendo i 913mila sacchi. Secondo il comunicato ufficiale diramato dalla Federazione nazionale dei produttori di caffè (Fedecafé) si tratta del volume più elevato degli ultimi 5 anni. La produzione del primo semestre 2013 raggiunge così quota 4.939.000 sacchi segnando un incremento del 35% sul pari periodo 2012.
Il dato degli ultimi 12 mesi (luglio 2012-giugno 2013)
Torna a superare i 9 milioni di sacchi (9.018.000 sacchi) risultando superiore del 23% a quello dell’analogo periodo precedente.
L’export mensile risale a 665mila sacchi, contro i 613mila di giugno 2012.
Dall’inizio dell’anno le esportazioni sono aumentate del 28% raggiungendo i 4,343 milioni di sacchi.
L’incremento sugli ultimi 12 mesi è stato del 16%, per un totale di 8.110.000 sacchi.
Si inasprisce nuovamente la protesta delle organizzazioni di base dei produttori colombiani
Al termine di una riunione nazionale svoltasi giovedì scorso ad Armenia, capoluogo del dipartimento del Quindío, il Movimento nazionale per la difesa e la dignità del settore del caffè ha annunciato per il 19 agosto prossimo una nuova manifestazione nazionale. A questa si uniranno anche i produttori di altri settori agricoli, i camionisti e i minatori.
Alcuni dei partecipanti sono arrivati a dichiarare che l’ondata di protesta, in caso di mancato ascolto da parte del governo, potrebbe assumere connotati simili a quelli della Primavera araba; o delle recenti manifestazioni di piazza in Brasile.
A nulla è servito l’appello del governatore del Quindío Sandra Paola Hurtado Palacio, il cui intervento, seppur applaudito, non è bastato a fare recedere dalla loro decisione i delegati.
È stata comunque lasciata una porta aperta al negoziato. Le speranze sono riposte, in particolare, nell’incontro previsto per il 15 luglio tra il presidente colombiano Juan Manuel Santos e i rappresentanti dei vari settori agricoli per fare il punto sulla crisi.
Il direttore generale di Fedecafé Luis Genaro Muñoz ha intanto annunciato che 412 miliardi di pesos su un totale di 900 miliardi di aiuti (circa 364 milioni di euro) stanziati dal governo sono già distribuiti, a beneficio di 300mila famiglie.
In un recente incontro con il presidente Santos, Muñoz ha discusso dell’attuale situazione di mercato e di come migliorare gli strumenti di applicazione delle politiche caffearie, affinché gli aiuti possano raggiungere il prima possibile tutti i produttori.