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sabato 02 Novembre 2024
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Re-fè, l’apricapsule si evolve: “Prossimo passo, con quelle compatibili in plastica e il riutilizzo dei fondi di caffè”

Federico Girotto, membro di Re-fè: "La nostra missione resta quella di facilitare il riciclo di capsule di caffè dando valore agli scarti, e con questi riconoscimenti potrà proseguire con più determinazione. Questa opportunità sarà sicuramente un aiuto come volano di crescita per il raggiungimento dei nostri obiettivi."

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MILANO – Le capsule restano una soluzione molto attraente per i consumatori, che in casa propria desiderano avere una tazzina simile a quella che potrebbero trovare nei bar senza troppe complicazioni e perdite di tempo. Il problema dello smaltimento di questo materiale, ha trovato una soluzione nello strumento Re-fè.

Abbiamo parlato qui con il gruppo di giovani che hanno creato la start-up con l’obiettivo di facilitare le operazioni di separazione di capsule e caffè esausto, nell’ottica di promuovere pratiche di economia circolare. A distanza di qualche mese da quando li abbiamo intervistati la prima volta, ora torniamo a parlarne per vedere come si sono sviluppati.

Re-fè è cresciuta: cosa è successo da quando ci siamo lasciati nell’ultima intervista a febbraio? Avete fatto progressi, raccolto feedback?

“In quel momento eravamo ancora in una fase embrionale. Si è formato un team che può contare su delle competenze più variegate utili per portar avanti il progetto in modo più strutturato. Abbiamo stretto collaborazioni con diverse aziende italiane per produrre tutto nel nostro Paese. Ad esempio, il biomateriale viene realizzato da FiloAlfa che lo ricava dalla bioplastica riciclata.

Oltre a questo, insieme a SuperForma, un’azienda-laboratorio di Milano che si occupa della raccolta della nostra bioplastica in eccesso, siamo in grado di riutilizzarla per creare nuovi oggetti e così chiudere il cerchio della circolarità.

Re-fè Original vicino a delle capsule esauste (foto concessa)

Intanto siamo entrati a far parte della community Manifattura Milano che porta avanti un programma che agisce sul piano comunale attraverso accordi europei per sviluppare un’economia circolare su scala di quartiere. Stiamo collaborando con loro per discutere e intraprendere delle conversazioni costruttive volte a lavorare con altre imprese della community.

Loro fanno da anello di congiunzione tra diverse start-up e in questo modo siamo in grado di scambiarci informazioni reciprocamente oppure si iniziano delle collaborazioni per sviluppare dei progetti di economia circolare.”

Come avete vinto il primo premio “Creativity Startup 2022” promosso da “Treviso Creativity Week 2022”?

“Abbiamo partecipato alla competizione perché siamo un team di ragazzi under 30 e siamo originari di Treviso e così ci siamo detti: partiamo dalla nostra città per diffondere il progetto e collaborare con imprese sul territorio. Abbiamo vinto su 50 start-up che hanno partecipato. Abbiamo presentato la nostra start-up in due sessioni, una mattutina in cui ci siamo rivolti a dei finanziatori del luogo e a degli studenti delle superiori con cui abbiamo anche potuto dialogare e confrontarci nel proporre idee e innovazioni.

Durante la fase pomeridiana siamo arrivati tra i tre finalisti. Alla fine della selezione abbiamo vinto il premio principale e due consulenze gratuite fornite da due imprese che supportano a livello aziendale e amministrativo lo sviluppo delle start-up .”

Cosa rappresenta per voi e per Re-fè questo premio?

“In realtà per Re-fè sono due i traguardi raggiunti: il primo è stato proprio poter partecipare a un momento di networking stimolante, che ci ha permesso di conoscere altre realtà del settore e ricevere feedback interessanti sulla nostra start-up. Il secondo consiste ovviamente nei premi conquistati, che ci aiuteranno nel nostro percorso e sviluppo come start-up innovativa.

La nostra missione resta quella di facilitare il riciclo di capsule di caffè dando valore agli scarti, e con questi riconoscimenti potrà proseguire con più determinazione. Questa opportunità sarà sicuramente un aiuto come volano di crescita per il raggiungimento dei nostri obiettivi.

Invece dal punto di vista interno di Re-fè, stiamo sviluppando altri strumenti apricapsule che siano compatibili anche con le capsule in plastica per il consumo domestico. Inoltre, stiamo facendo ricerca e sviluppo per la creazione di biomateriali a partire dai fondi di caffè per realizzare oggetti di design.

Questo perché vogliamo dare valore a questi scarti, in un’ottica di upcycling e occuparci di riciclo e riutilizzo. È molto importante per noi sensibilizzare ed educare le persone sulle loro scelte. Di conseguenza con Re-fè non vogliamo limitarci a fornire gli strumenti per il riciclo DIY (Do-It-Yourself), ma anche offrire prodotti ottenuti dal riciclo stesso e comunicare online e tramite workshop , eventi, lezioni e campagne educative l’importanza di questo processo circolare. Un gesto semplice come bere il caffè impatta sull’ambiente e vogliamo farne prendere coscienza.”

Fin qui quali sono state le difficoltà maggiori che avete affrontato?

“Basandoci soltanto su una piccola produzione attraverso la stampa 3D on demand, non offriamo grandi quantità dei nostri prodotti in tempi ravvicinati: stanno nascendo collaborazioni con alcune realtà che vorrebbero avere a disposizione più articoli, e vista l’esigenza e l’interesse ci stiamo attivando e stiamo lavorando per scalare in modo sostenibile la nostra produzione e di conseguenza la nostra start-up.

Produzione Stampa 3D Re-fè Original (foto concessa)

Sfide quotidiane ce ne sono sempre, ma fa parte del gioco. C’è ancora tanto lavoro da fare nella comunicazione e il pubblico deve esser sensibilizzato: chi ci sceglie di solito è già informato, ma noi vogliamo ampliare il nostro target di riferimento. Anche per questo abbiamo deciso di prendere questo filone e investire su comunicazione e d educazione.
A questo proposito organizzeremo un primo ciclo di eventi a Treviso aperti al pubblico in cui tratteremo le tematiche dell’economia circolare e coinvolgeremo alcune start-up locali.”

Re fè come si inquadra questo progetto alla luce della recente norma emanata dal Ministero della Transizione ecologica (Mite) secondo la quale la separazione del caffè dal contenitore deve essere effettuata soltanto in centri autorizzati dalle autorità locali?

“Con Re-fè arriviamo direttamente nelle case delle persone e responsabilizziamo il consumatore finale affidando a lui la separazione degli scarti. Ci limitiamo a fornire lo strumento per mettere in pratica questa operazione nella maniera più semplice, ma non ci occupiamo di raccogliere questi rifiuti.

La norma, quando parla di disassemblaggio, non si riferisce al consumo e alla separazione effettuati in ambito domestico. Ciò che non viene permesso è la consegna delle capsule esauste presso i punti vendita che poi separano il caffè dal contenitore nei negozi stessi. Ma dentro casa si può agire come si preferisce senza incorrere in alcuna limitazione, grazie al supporto di un prodotto come quello offerto da noi.”

Re-Fè Original è disponibile a questo link.

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