lunedì 23 Dicembre 2024
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Fipe sul Rapporto Agromafie: «Tutelare anche ristoranti e pubblici esercizi»

Il rapporto sulle Agromafie informa sulle illegalità diffuse nell’Agricoltura. Un fenomeno ancora purtroppo molto diffuso e che danneggia la reputazione dell'intero settore

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Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi interviene con una nota a firma del Presidente Lino Enrico Stoppani sui risultati emersi dall’ultimo rapporto sulle Agromafie. Su quelli che toccano da vicino il mondo della ristorazione.

Fipe: le parole del Presidente

“Il rapporto sulle Agromafie informa sulle illegalità diffuse nell’Agricoltura. Confermando così la gravità e la resilienza di un fenomeno che produce caporalato.

Ma anche manipola la formazione dei prezzi. Inoltre, commercializza prodotti di illecita provenienza. Inquinando così il mercato. Oltre che gravemente l’ambiente.

Una piaga anche per la ristorazione

Una piaga che colpisce anche la Ristorazione. Sempre più vittima di un sistema malavitoso. uno che impone ricatti ed estorsioni. Infine,che acquisisce locali, completando la sua filiera criminale.

Inquinando così il settore e distorcendo le dinamiche concorrenziali; producendo danni aggiuntivi. Anche di natura reputazionale per tutto il comparto.

Fatto però per la stragrande maggioranza di operatori perbene. Che quindi lavorano e faticano. Valorizzando la filiera agro-alimentare.

Oltre 5 mila in mano alla criminalità

Secondo questa indagine sarebbero 5.000 i ristoranti in mano alla criminalità. Sono tanti. Anche se rappresentano una percentuale minima rispetto al totale dei Pubblici Esercizi italiani.

Questo richiede quindi grande attenzione. Essendo un’azione di prevenzione e di denuncia del malaffare. Il tutto, in collaborazione costante con l’encomiabile attività delle Forze dell’Ordine e della Magistratura.

Ripreso e rafforzato il controllo del territorio

Tenuto sotto controllo dunque, è lo sviluppo delle imprese. Si individuano quindi gli indici di allerta come socio effettivo; importo degli avviamenti pagati, incassi e concentrazione di attività.

Tutti elementi quindi, che mostrino anomalie sulle quali intervenire. Proteggendo così i veri imprenditori del settore.

Loro devono poter svolgere il loro lavoro liberamente. Senza ricatti o distorsioni“.

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