MILANO – Un disastro: così la celebre analista Judy Ganes descrive la situazione delle colture in Brasile in un’intervista telefonica dalla località di Machado, nel sud del Minas Gerais, massimo stato produttore di caffè del paese. “Sono rimasta atterrita dalle condizioni in cui si trovano alcune fazende: non avevo mai visto nulla del genere” ha dichiarato a Bloomberg la presidente di J. Ganes Consulting, in missione (tra mille precauzioni) per valutare lo sviluppo del prossimo raccolto.
“Sin qui ho visto solo arbusti ridotti a scheletri o piante che da lontano sembrano lussureggianti, ma da vicino si rivelavano prive di frutti”.
La crescita vegetativa è in ritardo e “la pioggia caduta negli ultimi due mesi aiuterà soltanto a evitare un altro disastro” afferma Ganes, secondo la quale si salveranno solo gli arbusti più giovani o le piantagioni irrigate.
Un quadro estremamente allarmante, anche se le informazioni che circolano in questo periodo dell’anno sul raccolto in Brasile vanno prese sempre con beneficio di inventario. E le valutazioni dell’analista americana si riferiscono a un’area circoscritta.
Ma l’idea che la siccità possa lasciare il segno sulla produzione di arabica in Brasile accentuando le conseguenze del ciclo negativo appare al momento condivisa dai più.
Il ministero dell’agricoltura del Brasile ha dichiarato il mese scorso che il prossimo raccolto sarà dal 15% al 40% inferiore a quello record di quest’anno.
Una previsione in linea con quella di Ecom Trading e Volcafe, che si aspettano un calo della produzione di almeno un terzo. Conab diffonderà la sua prima stima ufficiale sul raccolto 2021/22 il 21 gennaio.
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