MILANO – Come già anticipato nel numero di venerdì, la stima preliminare Conab sul raccolto 2014 / 15, che inizierà in primavera per concludersi in autunno, contiene dati deludenti, che sembrano corroborare i timori già espressi nel report Volcafe di cui abbiamo scritto la settimana scorsa.
E smentire soprattutto le previsioni ottimistiche di chi era già pronto a scommettere su una nuova annata record.
L’agenzia specializzata del minagricoltura di Brasilia prevede infatti che il prossimo raccolto sarà compreso tra i 46,53 e i 50,15 milioni di sacchi da 60 kg.
Tale risultato prefigura – a seconda che si consideri l’estremo inferiore o superiore dell’intervallo di stima – un calo del 5,4% o un modesto incremento del 2% circa, rispetto ai 49,15 milioni di sacchi prodotti nel 2013/14.
Anche al realizzarsi dell’ipotesi più ottimistica, il dato sarebbe comunque inferiore a quello record di 50,8264 milioni di sacchi del 2012/13.
Considerando il valore medio della stima – pari a 48,34 milioni – si prospetta una flessione dell’1,6% rispetto al 2013.
Il caffè arabica costituirà i tre quarti (75,1%) della produzione, con un raccolto attestato tra i 35,07 e 37,53 milioni di sacchi, pari a un calo compreso tra l’1,98% e l’8,38%.
Per il conilon (robusta) è previsto invece un incremento compreso tra il 5,46% e 16,15%, reso possibile dalla ripresa produttiva in Espírito Santo.
Per la prima volta dalla metà del decennio scorso si interrompe dunque il trend di crescita della produzione costantemente osservato nelle annate positive di raccolto.
Tale situazione riflette l’inversione del ciclo biennale verificatasi in alcune regioni e il ridursi delle superfici coltivate, ma anche i minori investimenti dei produttori causati dal calo dei prezzi e l’intensificarsi degli interventi di potatura drastica (“esqueletamento”) degli arbusti.
Superfici in calo
La superficie totale coltivata a caffè è stimata in 2.282.619 ettari, inferiore dell’1,25% (-18.980 ettari) a quella all’annata precedente. Su tale totale risultano produttivi 1.955.319,3 ettari (85,66%).
Il 54,25% delle piantagioni, pari a 1.238.270 ettari, è concentrato nel Minas Gerais dove si coltivano quasi esclusivamente gli arabica (98,87% del totale).
Indiscusso anche il secondo posto dell’Espírito Santo, con un totale di 489.796 ettari, di cui 310.420 di conilon e 179.376 di arabica. Da questo stato proviene il 63,25% della produzione di robusta.
La palma di terzo produttore brasiliano spetta allo stato di San Paolo, con una superficie complessiva di 179.356 ettari, tutti di arabica.
Ma vediamo il dettaglio delle stime produttive, stato per stato. Salvo indicazione contraria faremo riferimento ai dati medi della stima.
Stato per stato
La produzione del Minas Gerais è stimata in 26.640.622 sacchi, in calo del 3,7% sull’annata precedente, per una produttività media di 26,4 sacchi/ha.
Anche al verificarsi dell’ipotesi più ottimistica, qualora cioè la produzione raggiungesse il valore più alto ipotizzato dalla stima, il raccolto sarebbe comunque inferiore dello 0,9% a quello del 2013. Il tutto in quella che avrebbe dovuto essere, in teoria, un’annata positiva del ciclo biennale.
L’andamento meteo è stato nella norma. Il regime irregolare delle precipitazioni si è attenuato a metà novembre, con il subentrare di piogge più abbondanti e costanti.
Il report sottolinea come storicamente le informazioni fornite ai fini della prima stima siano sempre molto prudenti, poiché i produttori non hanno ancora certezza dell’esito della fioritura, né sono in grado di dire quale potrà essere l’andamento climatico nei mesi successivi.
Va comunque notato il buon stato vegetativo delle colture, che continuano a risentire positivamente delle cure assidue ricevute nelle annate precedenti.
L’andamento anomalo riscontrato in alcune zone e l’accentuata inversione di ciclo in altre sarà oggetto di ulteriore studio da parte degli specialisti di Conab, viste le diversità sempre maggiori che si riscontrano, all’interno di questo stato, in termini di pratiche colturali, sistemi di impianto, varietà utilizzate, età degli arbusti, metodologie di potatura e rinnovo.
Va comunque precisato – specifica il report – che l’alternanza di annate positive e negative, presentata dagli arbusti di arabica, è una caratteristica intrinseca, un fenomeno fisiologico delle piante, che può essere attenuato, ma non eliminato.
Nel Sul de Minas si prevede un raccolto di 13.734.871 sacchi, in modesta crescita del 2,9% sul 2013/14. La prevalente ciclicità positiva è in parte annullata dall’inversione di ciclo intervenuta in Serra da Mantiqueira e Centro-Oeste.
Va anche segnalata una riduzione del 2,7% delle aree coltivate (circa 14 mila ettari in meno) e (come osservato anche dal report di Volcafe) un forte incremento degli interventi di potatura sugli arbusti.
La produttività media della regione dovrebbe crescere del 5% arrivando al dato ragguardevole di 27 sacchi /ha, superiore anche a quello registrato nella precedente annata positiva (2012/13), che fu di 26,62 sacchi/ha.
Nel Cerrado Mineiro, la produzione crescerà del 20,3% attestandosi a 6.270.259 sacchi, per una produttività media di 35,8 sacchi/ha. Si osserva un’espansione dell’area produttiva del 3,4%, risultante dai forti investimenti compiuti negli anni trascorsi. I prezzi in calo hanno indotto molti produttori a ottimizzare la gestione delle piantagioni e a intensificare le pratiche di potatura, anche drastica, degli arbusti.
In forte calo, il raccolto della Zona da Mata, dove la ciclicità negativa farà scendere la produzione a 2.463.830 sacchi (-29,6%), per una produttività media di 20,1 sacchi/ha. Ad accentuare tale effetto, i minori investimenti e la diminuzione dell’ettaraggio complessivo, che ha subito un calo del 6,1%.
Infine, in Norte de Minas, Jequitinhonha e Mucuri, la produzione crescerà marginalmente (+0,85%) raggiungendo i 783.360 sacchi, per una produttività di 21,1 sacchi/ha.
Il calo dei prezzi ha accentuato i problemi strutturali di alcune zone ponendo seri problemi di redditività laddove la meccanizzazione e la razionalizzazione spinta delle colture non è possibile.
Ciò pone molti coltivatori di fronte a un dilemma: continuare a investire per mantenere gli attuali livelli di produttività o ridurre le pratiche colturali e tagliare i costi, con il rischio però di compromettere l’andamento di questa e delle prossime campagne caffearie.
La produzione dell’Espírito Santo risalirà a 12 milioni di sacchi (+2,64%), di cui 9 milioni circa di conilon. Il raccolto di robusta crescerà del 10,47%, mentre quello di arabica subirà una flessione del 18,77%, dopo il risultato sorprendentemente positivo del 2013/14.
Parzialmente deludente la previsione sul raccolto dello stato di San Paolo, che crescerà soltanto del 10,76%, per un dato medio di stima pari a 4.441.520 sacchi. Tale risultato va imputato soprattutto ai minori investimenti e alla riduzione delle superfici coltivate.
Buone le aspettative per lo stato di Bahia, dove, a parità di superfici produttive, il raccolto aumenterà del 12,2%, con incrementi sia per gli arabica che per i robusta.
Drammatica invece la situazione in Paraná: al drastico calo delle superfici coltivate (-29%) si aggiungono i danni causati dalle gelate dello scorso inverno. Il risultato ipotizzabile è un calo produttivo di oltre il 60%, che aggraverà ulteriormente i problemi di redditività dei produttori, alle prese, in particolare, con gli elevati costi di manodopera.
Il clima favorevole e i maggiori investimenti renderanno possibile un risultato positivo in Rondônia, dove la produzione risalirà a 1.613.812 sacchi (+18,92%), con miglioramenti significativi anche sul fronte della produttività (+21,6%).