Sempre più catastrofistiche le previsioni di Fundação Procafé sulla produzione brasiliana 2015/16, anche nell’intento di fornire argomenti rialzisti a un mercato degli arabica che rimane prossimo ai minimi.
Secondo il presidente della storica fondazione di ricerca di Varginha (Minas Gerais) José Edgard Pinto Paiva, le prospettive di raccolto sono ulteriormente peggiorate rispetto alle stime – già decisamente pessimistiche – diffuse lo scorso mese di marzo. Procafé stimò allora il raccolto di quest’anno tra i 41 e i 43 milioni di sacchi.
Paiva ritiene ora che la produzione potrebbe essere addirittura inferiore di quasi un terzo al range suddetto. Ossia nettamente al di sotto dei 40 milioni di sacchi.
A giustificare questa ulteriore correzione al ribasso, l’impatto peggiore del previsto della siccità intervenuta l’estate scorsa nel periodo della formazione dei frutti: “circa 25 giorni durante i quali non è piovuto” sostiene Paiva “senza contare la siccità dell’ottobre 2014”, che ha ritardo e, in alcuni casi, compromesso la fioritura.
I bassi rendimenti, con una maggiore percentuale di chicchi piccoli, sono la cartina di tornasole di questa situazione. “Normalmente bastavano poco più di 400 litri di chicchi di caffè per ottenere il canonico sacco da 60 kg – sostiene Paiva – Quest’anno ne servono circa 600”.
Procafé presenterà una stima aggiornata e corretta il mese prossimo, al termine di una nuova indagine sul campo. La cifre della prima stima erano state accolte dagli addetti ai lavori con forte scetticismo.
La seconda stima ufficiale Conab – pubblicata lo scorso mese di giugno – prevede che il Brasile raccoglierà quest’anno 44,28 milioni di sacchi da 60 kg, di cui 32,9 milioni (+1,9%) di arabica e 11,3 (-13%) di robusta (conilon).
Procafé ha elaborato la stima di marzo per conto del Consiglio Nazionale del Caffè (Cnc), massimo organo dei produttori, che giudica le cifre di Conab (notoriamente sottostimate) eccessivamente ottimistiche.
La maggior parte delle stime del settore privato sul raccolto brasiliano 2015/16 supera i 45-46 milioni di sacchi.
Il Dipartimento Usa dell’agricoltura (Usda) si attende una produzione di 52,4 milioni.
La previsione dell’autorevole analista agricolo Safras&Mercado è di 50,4 milioni.
Le dichiarazioni di Paiva non hanno prodotto alcun effetto sui futures degli arabica, che hanno chiuso ieri in ribasso di 165 punti e 124,25 cents per libbra limando i guadagni conseguiti nei giorni precedenti.
Al di là delle cifre, platealmente sottostimate, le argomentazioni di fondo di Fundação Procafé sono però condivise anche da altri trader e analisti.
Jayme Leme Neto, ceo di Terra Forte Exportação e Importação, ha ammesso questa settimana, in un’intervista a Bloomberg, che “la situazione è meno buona di come l’avevano dipinta i più ottimisti” e che il deficit di umidità del suolo ha lasciato il segno, soprattutto alle altitudini più asse.
Christian Wolthers, presidente di Wolthers Douque, conferma la stima di 45,6 di sacchi, di cui 34,2 di arabica, formulata dalla sua società, e prevede, sin d’ora, per l’annata caffearia 2015/16, un deficit di offerta compreso tra i 4 e i 6 milioni di sacchi.
Commentando le forti discrepanze, tra una fonte e l’altra, nelle cifre relative al raccolto brasiliano, Wolthers ha imputato tali disparità alla “disinformazione sugli indici reali di produttività per ettaro unita alla mancanza di conoscenze e di capacità di interpretazione a medio termine degli effetti del cambiamento climatico”, in rapporto ai fenomeni recenti di siccità osservati su scala globale.