MILANO – Impazza il toto raccolto brasiliano, con il consueto balletto delle cifre. E come ogni anno, i report dalle aree di produzione offrono stime spesso discordanti, che riflettono diversi criteri statistici, ma anche il normale gioco delle parti: da un lato, le fonti del commercio, generalmente più ottimiste; dall’altro i produttori, impegnati spesso ad alimentare aspettative negative, per spingere i prezzi al rialzo.
Distillando le notizie diffuse in questi ultimi giorni emergono comunque due considerazioni di fondo.
La prima – come già rilevato nei giorni scorsi – riguarda la qualità del raccolto, che anche Cooxupé, la più grande cooperativa del Brasile e del mondo, definisce “molto buona”.
La seconda è il procedere a rilento delle operazioni di raccolta. A tale proposito, anche il colosso cooperativo osserva che l’andamento del raccolto brasiliano è “un po’ in ritardo” rispetto agli anni passati.
E che ciò rende più difficile, per il momento, la formulazione di stime precise sulla produzione di quest’anno.
Per intanto, Cooxupé informa che, alla data del 17 giugno, era stato raccolto appena il 13,5% del volume di produzione previsto per quest’anno: il ritmo più lento dal 2018.
Il ritardo viene imputato all’irregolarità della maturazione e alla carenza di manodopera.
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