MILANO – Il fallimento di Qui! Group, che era uno dei principali marchi di buoni pasto in Italia, e di tutte le realtà che hanno ruotato attorno al sistema ideato da Gregorio Fogliani continua ad avere serie ripercussioni. Ogni giorno la situazione si evolve o, meglio ancora, devolve, in una discesa verso il basso. Proprio in questi giorni ha avuto corso la prima delle 4 adunanze dei creditori, convocate dal giudice Daniele Bianchi. Vediamo cosa è emerso, riferendoci all’articolo di Repubblica.it.
Qui! Group trascina con sé i lavoratori e gli esercizi
E’ emerso chiaramente che i primi nella lista sono – come sempre in questi casi – i lavoratori della stessa Qui! Group, in larga parte licenziati. Persone che hanno letto sui giornali come la più grande azienda italiana nella distribuzione di buoni pasto fosse ormai sull’orlo del precipizio.
E che da un giorno all’altro si sono ritrovate senza una scrivania. E se per i grandi colossi come i supermercati i soldi non incassati sono un qualcosa di sicuramente penalizzante, ma possono considerarsi uno spiacevole incidente di percorso, per i tantissimi bar e tavole calde vicini agli uffici, che dei pranzi campano, il mancato incasso rischia di essere un colpo fatale.
Non a caso ieri Confesercenti Liguria ieri ha lanciato il suo grido di dolore, chiedendo aiuto alle istituzioni
« Sono decine di migliaia gli esercizi pubblici, tra bar e ristoranti, che devono ancora recuperare i corrispettivi per i buoni pasto. Con ammanchi per singola impresa che superano i 50mila euro».
Qui! Group è fallita lo scorso settembre, nella sentenza il tribunale fallimentare ha accertato debiti per « non meno di 325 milioni di euro » . Mentre il rosso al dicembre scorso al 21 dicembre 2017 è stato di oltre 200 milioni.
Soprattutto, il fallimento di Qui! Group sta trascinando con sé anche i gioielli di famiglia “ Moody” e “ Pasticceria Svizzera”
Lo stesso Fogliani nei giorni scorsi ha chiesto il fallimento in proprio per le società che gestiscono il locale in pieno centro e quello in Albaro. La Filcams Cgil ha ricordato come « 43 famiglie vivevano da tempo nell’oblio del loro futuro occupazionale, e quell’oblio si concretizza oggi nel peggiore dei modi facendoli sprofondare in un dramma.
Auspichiamo che i giudici, in tempi brevi e tramite i curatori fallimentari, possano aprire immediatamente un tavolo di crisi con le Organizzazioni sindacali attraverso l’esercizio provvisorio di continuità aziendale utile a mantenere in vita lo storico Moody e salvaguardare di conseguenza l’occupazione».
Qui! Group e la catena di fallimenti del gruppo Fogliani sono anche nel mirino della Procura, che ha aperto un’indagine per falso in bilancio e bancarotta fraudolenta. L’inchiesta, affidata dal procuratore aggiunto Francesco Pinto e dal sostituto Patrizia Petruzziello, ipotizza anche specifici delitti contro la pubblica amministrazione.
I magistrati vogliono capire se i vertici della società abbiano nascosto il dissesto finanziario con lo scopo di riottenere l’appalto pubblico per fornire di buoni pasto diverse amministrazioni. Le indagini sono affidate al nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza.