MILANO – L’importanza della parola data e dell’etica commerciale: è uno dei temi toccati da Riccardo Illy durante la presentazione del suo nuovo libro “L’arte dei prodotti eccellenti” (La nave di Teseo) avvenuta questa settimana a Trieste. L’incontro è stato l’occasione per rievocare un episodio raccontato nel libro e che ebbe come protagonista Ernesto Illy, padre di Riccardo, grande imprenditore e scienziato del caffè, al quale la famiglia ha intitolato la fondazione omonima, che he svolge attività filantropica a integrazione del modello di business sostenibile dell’azienda.
“Nel 1975, un paio di anni prima che io entrassi in azienda, c’era stata una gelata in Brasile con tantissime piante di caffè morte e ci fu carenza di caffè arabica. I prezzi – ricorda Illy – da 120 centesimi per libbra salirono a oltre 300”.
L’episodio cui fa riferimento Riccardo Illy è il famoso Black Frost, la peggiore gelata nella storia del caffè brasiliano. Per la prima volta cadde la neve nel Paraná, allora massimo stato produttore del paese, con circa la metà del raccolto nazionale.
Due notti di gelo (17 e 18 luglio) inflissero danni irreparabili alle colture, che ne uscirono virtualmente distrutte. Le conseguenze furono gravi anche in San Paolo e negli altri principali stati produttori dell’epoca.
Viste dall’alto, le piantagioni colpite sembravano come bruciate, da cui appunto il termine Black Frost.
Un miliardo e mezzo di arbusti andarono distrutti. Il governo stanziò una somma ingente per sostituirli. Ma com’è noto, le piante di arabica hanno bisogno di 3-4 anni per produrre a regime.
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