LECCE – Quarta Caffè non soltanto un marchio che rappresenta da quasi 70 anni la cultura del caffè made in Salento, ma anche un’azienda animata da principi di solidarietà, ecosostenibilità e massima attenzione alla salute del consumatore. L’azienda del patron Antonio Quarta, oggi, fa un ulteriore balzo in avanti, grazie all’impulso all’innovazione portato avanti con orgoglio dalla quarta generazione aziendale.
La storica impresa pugliese ha infatti deciso di abbracciare la tecnologia del blockchain, con cui si garantiscono la tracciabilità e la sostenibilità di tutti i passaggi, dall’acquisto della materia prima alla lavorazione, dal packaging fino all’approdo nella tazzina: in altre parole, l’alta qualità del caffè che vuole bene al pianeta.
Un’operazione trasparenza che vuole rendere il consumatore ancora più consapevole di come l’azienda produca e di quanta attenzione e rispetto ci siano verso l’uomo e la natura.
Una vera e propria rivoluzione green per Gaetano Quarta, responsabile acquisti della torrefazione pugliese. Che abbiamo sentito in occasione della Giornata Mondiale della Terra.
Gaetano Quarta, cosa significa ecosostenibilità per la Quarta Caffè?
«Significa pensare e realizzare nei fatti l’idea che non ci possa essere un vero salto di qualità nella mission aziendale e nei prodotti, se non si affronta con serietà il problema del cambiamento climatico. E lo si deve fare da persone, prima che da imprenditori.
Perché fenomeni gravi come la deforestazione e l’inquinamento ambientale, perpetrato ancora da tante aziende, derivano da precise responsabilità: se tutti si fossero impegnati, ciascuno per le proprie competenze, non saremmo arrivati a una situazione climatica così grave.
Occorre fare un grande lavoro di squadra, che deve partire da ogni singolo cittadino sino ad arrivare agli imprenditori di piccole, medie e grandi imprese, che hanno grande impatto sull’ambiente.»
Perché non dovremmo parlarne sinceramente?
«Quanta importanza ha l’innovazione nel processo green e di quali strumenti disponiamo oggi? L’innovazione è il vero reattore di questa rivoluzione per il consumatore e le aziende, perché la complessità va affrontata con tutte le armi di cui disponiamo.
E oggi, gli strumenti più efficaci anche in ambito alimentare sono il blockchain e il supply chain, che danno la misura dell’ecobrand, ovvero della capacità da parte di un’impresa di comunicare la propria attenzione al green e alla responsabilità sociale.
In particolare, il blockchain applicato nell’ambito alimentare è una delle più grandi garanzie soprattutto per il consumatore, un vero e proprio label di qualità della vita, trasparenza e tracciabilità.
Se affiancato dalla tecnologia Internet of things, permette di avere una catena di approvvigionamento alimentare trasparente, di ridurre le frodi alimentari, di costruire la fiducia dei consumatori e anche di ridurre gli sprechi alimentari.»
Quarta, nel suo lavoro di responsabile acquisti, come si traduce il blockchain?
«In un’attentissima programmazione di acquisto delle materie prime: pretendiamo una serie di certificazioni dai nostri fornitori del caffè crudo.
D’altro canto, questo non solo ci permette di migliorare le tempistiche di acquisto e di impedire le frodi alimentari, ma anche di ridurre i costi.
Anche dal punto di vista della comunicazione del brand vi siete posti nell’ottica della trasparenza e dell’innovazione.
Sì, perché non abbiamo nulla da nascondere: abbiamo sempre aperto le porte della torrefazione e, finché è stato possibile, abbiamo accolto anche le scolaresche, che sono venute a scoprire i nostri processi produttivi.
Da genitore di un bambino di 3 anni, sono diventato ancora più sensibile ai processi formativi dei più piccoli, alla creazione di una cultura del dialogo e della trasparenza.
La nostra comunicazione social, invece, abbraccia le generazioni successive, ma sempre giovani, alle quali vogliamo trasmettere i valori con cui siamo cresciuti.
La pandemia ha anche impresso un’accelerazione delle vendite on line. Sì, a seguito del lockdown, l’e-commerce ha avuto un incremento esponenziale.
Da anni, abbiamo creato con mio fratello Edoardo il nostro e-shop collegato al sito ufficiale e stiamo lavorando benissimo su scala nazionale e internazionale, riuscendo a raggiungere anche i pugliesi nel resto del mondo e i turisti, stupendoli con un prodotto di qualità sempre fresco.
La vocazione green della Quarta Caffè affonda le sue origini nell’ingresso in azienda da parte di nonno Antonio.
Sì, fu proprio lui a parlare per primo, ben 40 anni fa, di ecosostenibilità e di sensibilizzazione a una cultura del rispetto dell’ambiente.
Il nostro Progetto Natura nacque negli anni Settanta, in concomitanza con la nascita della Giornata mondiale della terra.
Da allora, abbiamo puntato sull’efficientamento energetico, installando nella torrefazione impianti fotovoltaici ed eolici, che contribuiscono in buona parte al nostro fabbisogno energetico, certificati ISO 9001 e 14001.
L’ultimo progetto, in termini cronologici, è poi la creazione di un’applicazione: “Appesca di plastica”, lanciata nel 2020 dal porto di Otranto, con cui turisti ed escursionisti hanno raccolto i rifiuti in plastica trovati in acqua e li hanno depositati in appositi contenitori nel porto, per poi essere premiati con il nostro caffè.
Cosa significa oggi essere un’azienda virtuosa? È uno dei più grandi complimenti, come persone e come azienda. Significa saper dimostrare capacità, competenze, miglioramento continuo, ricerca e sviluppo, innovazione, formazione continua dei processi di produzione e distribuzione, migliori prodotti, ma anche solidarietà, amore per la natura e aiuto di chi è più fragile.»