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venerdì 30 Agosto 2024
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Puglia: tazzina sino a 1,10 e i bar rischiano di chiudere

Furio Truzzi, il presidente di Assoutenti: "Il costo delle materie prime degli alimentari che compongono i prodotti consumati durante la colazione ha purtroppo raggiunto i livelli più alti degli ultimi 10 anni: da inizio anno. Le quotazioni del caffè sono aumentate dell’80%, quelle del latte del 60%, lo zucchero segna un +30%, le uova +26% e il cacao +20%. A tale rincari occorre aggiungere l’aumento delle bollette di luce e gas scattato lo scorso ottobre, che determina aggravi di spesa per l’energia a carico degli esercenti".

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MILANO – La colazione al bar sta diventando sempre più costosa in tutta Italia. In Puglia, ad esempio, il caffè segna aumenti del 10% a tazzina con prezzi che variano da 0,90 centesimi a 1,10 euro. Nella migliori delle tradizioni italiane, nella colazione il caffè viene solitamente accompagnato dal cornetto, i cui costi sono aumentati del 20%: ciò significa che per una colazione completa in Puglia si può pagare dai 2,50 euro fino ai 2,80 euro. Riportiamo di seguito l’articolo di Gianpaolo Balsamo per La Gazzetta del Mezzogiorno.

L’aumento dei prezzi nella colazione

BARI – “Andiamo a prendere un caffè?”: presto questa abitudine quotidiana per molti italiani potrebbe diventare un vecchio ricordo. La colazione al bar, infatti, anziché restare una routine quotidiana imperdibile, rischia di diventare un lusso da ricchi a causa dei rincari generalizzati delle materie prime, di energia e carburanti che, di fatto, stanno pesando sulle tasche degli habitué della pausa caffè.

Da Nord a Sud, infatti, i prezzi nei primi mesi del 2022 sono aumentati tutti con percentuali a due cifre: la conferma arriva anche dai dati dell’Istat, riportati nel rapporto della Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe).

In Puglia, il re della colazione, il caffè, segna mediamente aumenti del 10% a tazzina con prezzi che oscillano, da bar e a bar, da provincia a provincia e da quartiere a quartiere, da 90 centesimi a 1,10 euro.

Anche l’espressino e il cappuccino non sono da meno: il primo lo si può acquistare pagando tra 1,20 e 1,30 euro mentre il cappuccino può costare fino a 1,50 euro a Bari come a Lecce, nelle città della BAT come a Foggia, Brindisi o Taranto.

Per non parlare del cornetto, quello artigianale che solitamente fa pendant con il cappuccino: il suo costo è lievitato fino al 20% e, dunque, per una colazione tipica mattutina (composta da cappuccino e cornetto) in Puglia si può si può pagare da 2,50 sino a 2,80 euro con un aggravio che, in un anno, ammonta a circa +106,30 euro a persona.

Chi invece non può rinunciare a una pausa all’insegna di un buon caffè al giorno, subirà rincari di +64,07 euro annui.

“Il costo delle materie prime degli alimentari che compongono i prodotti consumati durante la colazione ha purtroppo raggiunto i livelli più alti degli ultimi 10 anni: da inizio anno – spiega il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi – le quotazioni del caffè sono aumentate dell’80%, quelle del latte del 60%, lo zucchero segna un +30%, le uova +26% e il cacao +20%.”

“A tale rincari occorre aggiungere l’aumento delle bollette di luce e gas scattato lo scorso ottobre, che determina aggravi di spesa per l’energia a carico degli esercenti”.

Gli fa eco il referente pugliese della Fipe-settore bar/caffetterie, Vito Scalera, che parla di “una tempesta perfetta che da oltre due anni si sta abbattendo sui pubblici esercizi e che non accenna a placarsi”.

Il rialzo dei prezzi delle materie prime

“Mentre le restrizioni imposte per il contenimento della pandemia stanno ancora facendo sentire i loro effetti, l’improvviso e continuo rialzo dei prezzi delle materie prime dell’energia sta determinando – aggiunge – una incertezza crescente soprattutto tra i piccoli e medi imprenditori, alcuni dei quali hanno deciso di chiudere”.

Il caro-colazione, è pur vero, sta modificando non solo le abitudini dei consumatori ma sta comportando anche ripercussioni sui fatturati di molti esercizi pubblici visto che, come detto, un numero crescente di cittadini ormai ha rinunciato all’appuntamento quotidiano col bar.

“Purtroppo è così” conferma il referente Fipe, Vito Scalera che è anche titolare di un’azienda bar-pasticceria storica di Bari e come tale premiata dalla Camera di commercio.

“La categoria ristorazione è stata fortemente discriminata durante la pandemia ma abbiamo ugualmente cercato in tutti i modi di riportare i clienti nei nostri locali, garantendo loro il massimo della sicurezza e della convenienza.”

“Ma, nonostante tutto, la clientela ha avuto una flessione di oltre il 40% con un conseguente calo del volume d’affari. Adesso i recenti rincari peggioreranno la situazione e per molte aziende sarà difficile andare avanti”.

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