Presidente Lino Stoppani, negli ultimi mesi la parola “crisi” si sente un po’. È soltanto un’illusione oppure qualcosa sta cambiando?
In effetti mi sembra che non ci siano i presupposti per abbandonarsi all’euforia perché non basta qualche decimale in più per mettersi alle spalle una crisi che ci lascia, comunque la mettiamo, una pesante eredità. È certo, tuttavia, che siamo tecnicamente fuori dalla recessione, ci sono segnali di una timida ripresa dei consumi ma la strada da percorrere è ancora lunga.
Ci può illustrare brevemente la situazione dei pubblici esercizi in questi primi 6 mesi del 2015?
I dati disponibili ci dicono che le imprese guardano al futuro con maggiore ottimismo, ma anche che i risultati non sono ancora in zona positiva. Nel primo trimestre del 2015 l’indice del fatturato delle nostre imprese ha fatto registrare una variazione nulla rispetto allo stesso periodo di un anno fa mentre l’occupazione, soprattutto nelle grandi aziende, è ancora in sofferenza. In questa seconda parte del semestre non registriamo, pur in presenza di un evento straordinario come Expo, un cambio di passo.
Estate significa anche turismo, quali sono, secondo lei, le previsioni per questa stagione?
Dobbiamo distinguere tra domanda straniera e domanda interna. Nel primo caso mi aspetto una stagione di successo a conferma di un trend che è stato sostanzialmente positivo anche in questi anni di crisi. Sulla domanda interna le indicazioni che provengono dal nostro osservatorio ci inducono ad un moderato ottimismo perché sembrerebbe che almeno quest’anno sia tornata agli italiani una po’ di voglia in più a viaggiare, in particolare in Italia.
Qual è il suo pensiero in merito ad Expo e alla capacità dell’Italia di sfruttare al meglio questa opportunità alquanto unica?
Expo è e rimane una grande opportunità per Milano e per il Paese. E lo è anche se non dovessimo centrare l’obiettivo dei 20 milioni di visitatori indicati in fase previsionale. Dobbiamo evitare ragionamenti tutti centrati sul breve e guardare agli effetti che un evento di tale portata sarà capace di generare in futuro. Tuttavia non posso tacere sulle enormi aspettative che sono state create e che sono spesso la causa del malumore che si registra oggi in diversi ambienti, compreso il mio. Anche alcune scelte operative, come quella di prolungare l’orario serale del sito, risultano discutibili per gli effetti che determinano in termini di spostamento dei flussi di persone dalla città verso l’esposizione.
di Elisa Vian