MILANO – Produzione mondiale in ripresa e sopra i 150 milioni di sacchi, con il ritorno a un modesto surplus di offerta, dopo il lieve deficit registrato a fine 2014/15. In calo la produzione brasiliana, mentre torneranno a crescere Vietnam, Colombia e Indonesia. L’export, ai massimi di sempre, sfiorerà i 122 milioni di sacchi.
Così le cifre relative all’annata 2015/16 delineate nel nuovo report di FO Licht. Secondo l’autorevole analista tedesco, la produzione mondiale 2015/16 risalirà a 150,2 milioni di sacchi, contro i 147,2 milioni dell’annata precedente.
A tale incremento contribuiranno soprattutto gli arabica, la cui produzione crescerà di 2,6 milioni di sacchi a 87,9 milioni. I robusta cresceranno marginalmente (+400.000 sacchi) a 62,3 milioni. Ciò porterà a un surplus di offerta di 0,6 milioni di sacchi, a fronte di un deficit di offerta di 0,9 milioni di sacchi registrato nel 2014/15.
La discrepanza di cifre rispetto alle statistiche Ico è dovuta soprattutto ai dati relativi al Brasile.
Sebbene in calo sull’annata precedente, il raccolto 2015/16 (concluso a ottobre dell’anno scorso) del primo produttore mondiale viene stimato in 50,6 milioni di sacchi (36,1 di arabica e 14,5 di robusta), contro i 43,2 milioni della stima ufficiale Conab. Non solo.
A fronte dell’intenso e ininterrotto flusso commerciale generato dalle esportazioni brasiliane, Licht ha anche rivisto considerevolmente al rialzo le stime sulle produzioni degli anni anteriori.
I tre raccolti precedenti sono ora stimati in 56,5 milioni di sacchi (2012/13), 55,1 milioni (2013/14) e 52 milioni (2014/15).
La siccità imputabile al fenomeno El Niño frenerà la progressione produttiva in Colombia, dove il raccolto crescerà solo marginalmente rispetto ai 13,3 milioni del 2014/15, dato record degli ultimi 22 anni.
Per intanto, il primo trimestre 2015/16 (ottobre-dicembre) ha visto lievitare la produzione a 4,144 milioni di sacchi, dai 3,302 dell’annata precedente.
In Vietnam, la produzione risalirà a 26 milioni di sacchi dai 25 milioni del 2014/15: una stima molto più “prudente” rispetto ad altre fonti (Ico compresa).
Licht sottolinea come l’invecchiamento progressivo delle piantagioni stia limitando sin d’ora il potenziale produttivo del paese, mentre i prezzi in calo spingono un numero crescente di coltivatori a passare ad altre colture, come ad esempio il pepe.
In Indonesia il raccolto sale a 10,6 milioni di sacchi dai 9,4 milioni del 2014/15. Smentendo i timori iniziali, la produzione non ha risentito della siccità portata del Niño, che potrebbe però farsi sentire nel prossimo raccolto.
In India, Licht prevede una produzione di circa 5,7 milioni di sacchi, in lieve crescita rispetto all’annata passata (5,5 milioni), ma al di sotto delle più ottimistiche previsioni del Coffee Board.
In nord e centro America, la produzione risalirà a 18,2 milioni di sacchi dai 17,2 milioni del 2014/15, grazie al parziale alleviarsi dell’emergenza roya, che favorirà una lieve ripresa produttiva in quasi tutti i principali paesi, a cominciare dall’Honduras, dove il raccolto crescerà di mezzo milione di sacchi a 5,6 milioni.
Ecco le produzioni degli altri paesi nel dettaglio: Messico 3,9 milioni (+200.000 sacchi); Guatemala 3,4 (+100.000 sacchi); Costa Rica 1,4 milioni (+5%); El Salvador 700.000 sacchi (+45.000 sacchi); Nicaragua 2,2 milioni (in lieve crescita).
La produzione dell’Africa crescerà marginalmente (mezzo milioni di sacchi) a 16,4 milioni. Il raccolto dell’Etiopia salirà a 6,9 milioni di sacchi dai 6,5 del 2014/15, nonostante la siccità; quell’Uganda aumenterà di appena 100.000 sacchi, a 3,7 milioni, risentendo delle conseguenze del maltempo, che ha investito le principali aree di produzione degli arabica.
Pressoché invariata la produzione della Costa d’Avorio, stimata in 1,8 milioni di sacchi. Il raccolto del Camerun non dovrebbe superare il mezzo milioni di sacchi, a dispetto dei programmi di rilancio annunciati dal governo.
In lievissima crescita il Kenya, che produrrà 785.000 sacchi, mentre la Tanzania scenderà a 667.000 sacchi da 813.000 nel 2014/15.
I consumi mondiali cresceranno dell’1% circa a 149,6 milioni. In leggero calo (-200.000 sacchi) i consumi dei paesi produttori, che scenderanno a 44,6 milioni, mentre quelli dei paesi importatori si incrementeranno dell’1,6%, a 105 milioni di sacchi.
L’export mondiali raggiungerà il livello record di 121,9 milioni di sacchi, dai 117,4 milioni del 2014/15, determinando un forte calo delle scorte dei paesi produttori, che scenderanno al 17,2% del totale mondiale, contro il 22,3% a fine 2014/15.
Le attuali scorte dei paesi dell’Unione Europea e degli Stati Uniti sono sufficienti a coprire circa 3 mesi di consumi interni.