MILANO – La colazione che tutti nel mondo amano al bar, cappuccio, brioche, espresso e succo d’arancia, potrebbe diventare presto un lusso: da inizio anno, così come riportato da Fipe, si è registrato un aumento dello scontrino del 20% e ci si aspetta che da novembre le cifre salgano ancora. Questo perché, così come abbiamo già riportato, negli ultimi tempi si è assistito a un aumento del prezzo delle materie prime che ha influenzato l’intero mercato, arrivando sino all’altro estremo della filiera, con un impatto per il consumatore finale che vedrà uno scontrino decisamente rialzato.
Un fenomeno che trova le sue motivazioni in diversi fattori scatenanti e collegati tra loro: il maltempo, la pandemia, la logistica, tutto ha contribuito a determinare l’inflazione globale che ora sta facendo scricchiolare i meccanismi produttivi e di consumo di prodotti quotidiani come il caffè, lo zucchero, il latte. Su questo punto che è da tenere sott’occhio quotidianamente, leggiamo l’analisi condotta da Emiko Terazono e Chelsea Bruce-Lockhart per il Financial Times (ft.com).
Prezzo impazzito: che cosa ci aspetta e perché
Secondo il quotidiano economico di lingua inglese, il costo dei prodotti alimentari che compongono una colazione tipica è salito al punto più alto in un decennio sotto la pressione del maltempo e degli scricchiolii della catena di approvvigionamento, fornendo un altro in una lunga lista di pressioni al rialzo sull’inflazione globale.
L’indicatore della colazione del Financial Times, basato sui prezzi dei futures di caffè, latte, zucchero, grano, avena e succo d’arancia, è aumentato del 63% dal 2019, in una mossa che ha subito un’accelerazione da quest’estate.
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