MILANO – Agosto è un importante mese di passaggio per il mercato del caffè. Nel cuore dell’estate si limano le stime per l’annata in corso, si delineano scenari e outlook per quella successiva, si passano in rassegna e si analizzano fattori e variabili passibili di condizionare la rentrée autunnale.
Con l’avvicinarsi di settembre, inoltre, il raccolto brasiliano si avvia a conclusione ed è possibile avere una nozione più precisa sui volumi prodotti e sulla qualità dei chicchi.
Agosto 2015 ha visto una parziale ripresa dei prezzi. La media dell’indicatore composto Ico è risalita a 121,21 cents per libbra, dai 119,77 cents di luglio, valore minimo, quest’ultimo, da gennaio 2014.
Le quotazioni dei future sugli arabica si sono impennate a cavallo tra la prima e la seconda decade, con la prima posizione che ha raggiunto un picco di 137,50 cents rivalutandosi di quasi l’11% rispetto ai livelli di inizio mese.
La risalita è iniziata il giorno 7 agosto, con quello che è sembrato inizialmente un semplice movimento di short covering, in grado di portare guadagni nell’ordine dei 350-355 punti sulle principali scadenze nell’ultima seduta della prima settimana.
Il trend si è consolidato durante la seconda settimana, senza risentire dei contraccolpi negativi della svalutazione a sorpresa del Renminbi e della crisi finanziaria cinese.
Con 4 ulteriori sedute su 5 in territorio positivo, il contratto per scadenza settembre è volato a un massimo mensile di 137,5 cents, raggiunto venerdì 14, pari a un guadagno di 1.325 punti nell’arco di 6 giornate.
Vari fattori hanno influito su questo rally estivo, a cominciare dalle notizie provenienti dal Brasile, dove il procedere delle operazioni di raccolta ha confermato il crivello medio piuttosto basso dei chicchi di quest’anno, la cui resa quantitativa rischia dunque di rivelarsi inferiore alle previsioni iniziali.
I timori per l’esito del raccolto brasiliano si riflettevano anche nel Cot Report del 14 agosto, che evidenziava una forte riduzione delle posizioni short detenute dai fondi speculativi.
Nella seconda metà del mese, i fattori macro economici si sono fatti inesorabilmente sentire. Tra il 19 e il 25 agosto, l’Ice Arabica ha inanellato 5 sedute consecutive in territorio negativo. Dicembre – diventato nel frattempo il contratto principale – è scivolato così al minimo mensile di 120,55 cents, grazie anche alle positive previsioni meteo provenienti dal Brasile.
A stoppare il declino, il parziale recupero dei mercati globali, ma anche novità specifiche sul fronte dei fondamentali, con le nuove previsioni di Volcafe e Rabobank, e i dati di Conab sulle scorte brasiliane.
Non si sono però creati i presupposti per una vera ripresa. Dopo essersi stabilizzato, nelle ultime sedute del mese, in area 124 cents, il contratto principale ha subito nuovi ribassi a inizio settembre scendendo sotto la soglia psicologica dei 120 cents e concludendo la prima settimana a 119,15 cents.
New York rimarrà chiusa domani (lunedì 7 settembre), per il ricorrere della festività del Labor Day.
Varie stime – come già detto – hanno ridimensionato le prospettive produttive per l’annata in corso e per la prossima.
Tra le più autorevoli, quelle della svizzera Volcafe, società facente capo al colosso inglese ED&F Man, diffusa a fine agosto. Va ricordato che trader di Winterthur opera direttamente, con proprie filiali, in 14 dei 20 principali paesi produttori mondiali e dispone dunque di informazioni di prima mano, nonché di una specifica conoscenza diretta della situazione sul campo.
Per quanto riguarda la produzione mondiale 2014/15, Volcafe conferma il dato fornito nel suo precedente report, diffuso in maggio apportando alle cifre mere correzioni marginali.
Il raccolto mondiale per l’annata che volge al termine è stimato in 143,8 milioni di sacchi: il più basso dall’annata 2011/12. Ciò comporta un deficit di offerta nell’ordine dei 6,4 milioni di sacchi per il 2014/15, da imputarsi, in massima parte, agli arabica (circa 5,7 milioni di sacchi di deficit).
Pessimistico anche l’outlook per il 2015/16, che è stato rivisto al ribasso di 4,9 milioni di sacchi e portato a 149,6 milioni, a seguito delle ridimensionate prospettive produttive in Brasile, Vietnam e Indonesia. Il deficit produttivo sarà nella prossima annata, che inizierà il 1° ottobre, di 3,5 milioni di sacchi, di cui 1,3 di arabica e 2,2 di robusta.
L’evoluzione produttiva porterà a un maggiore utilizzo dei robusta (+4%), cui farà riscontro un diminuito uso degli arabica (7%). Due annate consecutive di deficit di offerta faranno scendere il livello delle scorte mondiali ai minimi dal 2011/12, addirittura dal 2009/10 per quanto riguarda gli arabica.
Guardando ai singoli paesi, la produzione brasiliana 2015/16 è stimata in 48,3 milioni di sacchi (di cui 32,6 milioni di arabica): 3,6 milioni in meno rispetto a quanto ipotizzato nel report di maggio e 0,9 milioni al di sotto della produzione 2014/15. Se tale dato verrà confermato, si tratterà del raccolto più basso dal 2011/12.
Rivista al ribasso anche la stima sul raccolto 2015/16 del Vietnam previsto ora in 30 milioni di sacchi (contro 30,5 milioni nel report di maggio). Per effetto del calo drastico dell’export, le scorte di riporto all’annata successiva raggiungeranno livelli record.
L’Indonesia produrrà 10,3 milioni di sacchi (900 mila sacchi in meno rispetto a quanto previsto nel precedente report), in parziale ripresa rispetto all’annata precedente.
Le uniche buone notizie giungono dai produttori latino americani. Per quanto riguarda la Colombia, Volcafe conferma la previsione di 12,5 milioni di sacchi per l’annata in corso e 13 milioni per la prossima.
L’ulteriore espansione produttiva dell’Honduras fungerà da traino per l’America centrale, la cui produzione complessiva salirà a 17,2 milioni di sacchi nel 2015/16, dai 15,9 del 2014/15. In ripresa, sebbene al di sotto delle aspettative iniziali, anche il raccolto peruviano, che risalirà a 3,5 milioni di sacchi.
L’andamento del mercato nei prossimi 12 mesi dipenderà principalmente dalle prospettive produttive del Brasile per il 2016/17. Va da sé che le fasi cruciali del prossimo raccolto brasiliano, a cominciare dalla fioritura, verranno seguite da vicino e con la massima attenzione da analisti e operatori del settore.
Anche Rabobank rivede in senso peggiorativo le sue previsioni. A detta degli analisti del gigante finanziario olandese, l’annata caffearia 2014/15 si concluderà con un deficit di 6,9 milioni di sacchi, lievemente superiore a quello prefigurato nel precedente outlook (6,7 milioni).
Rettificate al rialzo anche le previsioni sul deficit produttivo 2015/16, che dovrebbe attestarsi a 1,9 milioni di sacchi, risentendo delle ridimensionate aspettative produttive per quanto concerne il raccolto vietnamita, ma anche – sul fronte della domanda – dai consumi apparenti “sorprendentemente forti” in UE (+2,7% sull’anno precedente al 31 luglio 2015), al buon andamento in Svizzera e Norvegia e alla tenuta dei consumi nella stessa Federazione Russa, dove l’import di caffè non sembra risentire del declino del rublo.
Pur riconoscendo il forte potenziale del prossimo raccolto brasiliano (2016/17), Rabobank avverte che gli stock del primo produttore mondiale si sono fortemente assottigliati e mette in guarda inoltre rispetto ai rischi del ritorno di un mood fortemente bullish, qualora l’andamento climatico dei prossimi mesi dovesse rivelarsi sfavorevole.
Per questo, l’outlook di prezzo degli arabica entro fine anno è stato portato a 140 cents per libbra.
Concludiamo con i dati Conab relativi alle scorte brasiliane diffusi la settimana scorsa.
Secondo l’indagine svolta dall’agenzia specializzata del minagricoltura di Brasilia, che fotografa la situazione al 31 marzo 2015, gli stock del primo produttore mondiale erano pari, alla data sopra indicata, a 14.369.048 sacchi, in calo del 5,6% rispetto a 12 mesi prima.
Oltre il 90% delle scorte (12,98 milioni di sacchi) era costituito da caffè arabica e ben il 93% degli stock si concentrava nella regione del sud-est del paese, con 9,9 milioni di sacchi concentrati nei magazzini del Minas Gerais.