MILANO – Sempre più in basso i prezzi del caffè: ieri, mercoledì 26 ottobre, New York ha visto l’undicesima seduta consecutiva in territorio negativo. Chiusura a 179,75 centesimi, per la scadenza dicembre: il livello più basso, per il contratto principale, dall’agosto di un anno fa. Sempre bassissimo il livello delle scorte certificate, che erano pari ieri a 386.465 sacchi.
Londra perde terreno per la quarta seduta consecutiva. Il contratto per scadenza novembre ha ceduto 55 dollari terminando la giornata a 1.896 dollari: il minimo da quasi quattro mesi a questa parte.
Lo smottamento delle quotazioni all’Ice Arabica ha sorpreso un po’ tutti per la sua entità.
Dall’ultima seduta di settembre a ieri, il benchmark ha perso quasi il 19% del proprio valore. L’Ice Robusta si è svalutato, a sua volta, del 12%.
Cosa ha determinato questa improvvisa correzione al ribasso? Sui prezzi di New York ha influito innanzitutto il positivo andamento della fioritura del nuovo raccolto brasiliano (2023/24).
Il ritorno della pioggia nella cintura brasiliana del caffè ha migliorato notevolmente le prospettive produttive per il prossimo anno rendendo più roseo l’outlook a lungo termine.
Pende sempre, però, l’incognita della Niña, che potrebbe alterare l’andamento climatico del Brasile, come di altri paesi produttori, di qui al prossimo anno.
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