MILANO – Prezzi del caffè arabica sull’ottovolante: alle stelle nell’ultima seduta del mese trascorso, in calo altrettanto repentino nella giornata di Ognissanti. Il contratto per scadenza dicembre della borsa newyorchese è volato martedì 31 ottobre a 167,30 centesimi, in rialzo di 820 punti (+5,2%): un guadagno giornaliero di questa portata non si vedeva da settimane.
Ma già all’indomani, la bolla si è sgonfiata: nella seduta di ieri, il contratto ha lasciato infatti sul campo 750 punti (-4,5%) tornando sotto la soglia del dollaro e 60 e chiudendo a 159,80 centesimi.
Questi alti e bassi improvvisi riflettono l’ipersensibilità e la volatilità del mercato, alla luce di un quadro che rimane incerto, sia sul fronte dei fondamentali economici generali che di quelli specifici legati al caffè.
L’impennata di martedì è stata motivata – a detta degli analisti – principalmente da due fattori
Da un lato, le forti tensioni a breve sul fronte dell’offerta, che si riflettono anche in una situazione di mercato inverso tra la scadenza dicembre 2023 e marzo 2024.
Dall’altro, l’assottigliarsi degli stock della borsa newyorchese, ieri a nuovi minimi storici. Un problema, quest’ultimo, destinato ad acuirsi con le norme più restrittive in materia di certificazione delle scorte, che stanno entrando in vigore.
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