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sabato 23 Novembre 2024
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Prezzi del caffè alle stelle? C’è chi è disposto a pagare 980,64 $ per un chilogrammo d’arabica etiope

Il caffè dei record - premiato nella competizione Cup of Excellence e successivamente messo all'asta - arriva dalla farm Basha, che sorge nel distretto di Bensa, nella regione di Sidama, a un’altitudine di 2.360 metri slm. Il proprietario è Basha Bekele Butusha, che ha imparato dal padre le tecniche di coltivazione tradizionali. Il caffè – varietà 74158 – è lavorato con metodo naturale. Lo contraddistinguono un profilo dolce e delicato con corpo pieno, aromi brillanti, puliti e ricchi e note di floreale, fruttato, vaniglia, caramello e granella di cacao, con un’acidità vivace e citrica

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MILANO – Ieri, giovedì 29 agosto, i mercati del caffè hanno chiuso con prezzi al ribasso, dopo avere raggiunto, nella seduta di metà settimana, i massimi storici del contratto, a Londra, e quelli degli ultimi 2 anni e mezzo, a New York. La libbra di arabica è stata quotata, a fine giornata, a 247,60 centesimi; quella di robusta a 222,31 centesimi (4.901 dollari alla tonnellata). Ma se vi dicessimo – mentre stiamo a fare i conti dei centesimi in più o in meno sui terminali delle borse – che, in questi giorni, c’è chi ha pagato un lotto di pregiatissimo caffè etiope a 445 dollari alla libbra, 980,64 dollari al chilo? Vale a dire quasi 180 volte tanto l’ultima chiusura dell’Ice Arabica!

È successo alla più recente asta di Cup of Excellence (CoE), il prestigioso concorso organizzato da Alliance for Coffee Excellence, che premia le produzioni di eccellenza di una decina di paesi produttori di 3 continenti e offre ai vincitori un’impareggiabile ribalta globale, attraverso un ormai collaudatissimo sistema di aste online.

Il prezzo è eccezionale anche per questa competizione, dove pure non è insolito vedere prezzi d’asta decine di volte superiori a quelli delle quotazioni delle borse. Il lotto – per la cronaca e per la storia – arriva dalla farm Basha, che sorge nel distretto di Bensa, nella regione di Sidama, a un’altitudine di 2.360 metri slm.

Il proprietario è Basha Bekele Butusha, che ha imparato dal padre le tecniche di coltivazione tradizionali.

Il caffè – varietà 74158 – è lavorato con metodo naturale. Lo contraddistinguono un profilo dolce e delicato con corpo pieno, aromi brillanti, puliti e ricchi e note di floreale, fruttato, vaniglia, caramello e granella di cacao, con un’acidità vivace e citrica.

Ben due i lotti provenienti da Basha, entrambi valutati con un punteggio di 90.5. Ad aggiudicarsi quello più costoso è stata Angelino’s Coffee, una torrefazione di Los Angeles, che per 198,42 libbre di preziosi chicchi etiopi ha sborsato la bellezza di 88.296,90 dollari. Pari esattamente a un prezzo di 445 dollari alla libbra.

Kirk Bedrossian, fondatore della torrefazione californiana, si è aggiudicato il lotto alla fine di un’asta epica, che ha visto oltre 3 mila rilanci.

L’altro lotto è stato appannaggio del torrefattore taiwanese Orsir International, che ha messo sul piatto 81.044,65 dollari, per 231,49 libbre di prodotto, pari un prezzo di 350,10 dollari alla libbra.

A titolo di raffronto, il caffè della farm seconda classificata – Mate, punteggio di 90.13 – è stato aggiudicato a 90,10 dollari alla libbra. Angelino’s non è nuova a questo genere di exploit. Di recente si è assicurata i migliori lotti dei concorsi CoE di Tailandia, Messico e Guatemala.

“Apprezziamo particolarmente il supporto dato da Angelino’s al vincitore del concorso etiope di CoE pagando un prezzo da record” ha dichiarato Erwin Mierisch, direttore esecutivo di Cup of Excellence e Alliance for Coffee Excellence.

“Prezzi di questo genere sostengono non soltanto il singolo produttore, bensì l’intera comunità e contribuiscono alla qualità delle infrastrutture e alla sostenibilità agricola dell’intera regione”.

“Questo traguardo storico celebra la straordinaria maestria dei produttori e l’incredibile lavoro del team di CoE” gli fa eco Bedrossian.

“L’esserci aggiudicati, per l’undicesima volta quest’anno, il primo lotto assoluto di un concorso di CoE ed essere parte di questo momento storico va al di là di ogni emozione. Non vediamo l’ora di condividere questi caffè eccezionali con i nostri clienti e rendere onore alle persone straordinarie e ai percorsi che li hanno portati a noi”.

Una notizia come questa – al di là delle curiosità – apre un ragionamento sul valore commerciale e simbolico dei prodotti di eccellenza. Ci sono caffè che hanno ottenuto, negli altri concorsi di CoE, punteggi anche superiori al 92, che sono stati aggiudicati a prezzi più di 10 volte inferiori.

A quanto pare, il meccanismo delle aste premia – oltre che l’indiscutibile qualità intrinseca – anche le caratteristiche peculiari di questo o quel lotto od origine.

Una considerazione, questa, che si può applicare, del resto, a molte altre filiere alimentari di eccellenza, dove si guarda sempre più anche alla storia del prodotto e una serie di valori che investono la sfera socioculturale, etica e ambientale.

La storia entra però in contrasto stridente con le polemiche di queste ultime settimane, sui modesti rincari introdotti o ipotizzati sul prezzo della tazzina, a fronte delle consistenti maggiorazioni nei costi di materia prima, energia, logistica ecc.

Ci chiediamo a questo proposito a quanto sarà venduto al pubblico, il caffè di Basha, che farà parte di una collezione esclusiva assieme a tutti gli altri caffè #1 di CoE, che Angelino’s Coffee si è aggiudicata.

E che sarà verosimilmente servito in degustazioni rivolte a un pubblico ristretto di Coffee Enthusiasts, disposti a mettere la mano al portafoglio, senza tenere conto dei prezzi, per un’esperienza sensoriale memorabile.

Considerando un costo (per il solo caffè esclusa la logistica) di 98 centesimi al grammo, il costo vivo della sola materia prima per 7 grammi di caffè, necessari a preparare un espresso, sarà di oltre 6 euro.

Ma il ricarico sarà quasi certamente adeguato a coprire tutte le voci di spesa, senza contare il ritorno in termini di immagine.

D’altronde, il marketing insegna che non si vende soltanto il prodotto, ma anche il suo vissuto e la sua esperienza di consumo. Meditate gente, meditate.

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