MILANO – La domanda di cacao sembra destinata a salire, più di quanto avvenga normalmente tra le feste di San Valentino e quelle pasquali, e molte previsioni parlano di una prolungata situazione di carenza. Sono state queste stime a portare le quotazioni del coloniale fino a toccare ieri sera a New York le punte di 2971 dollari per tonnellata, il massimo dal settembre del 2011.
La febbre sul mercato a termine, con importanti acquisti da parte degli hedge funds, è stata riavviata dalle valutazioni dell’Associazione dolciaria statunitense, che per domani, festa degli innamorati, prevede vendite di dolciumi negli Usa per oltre un miliardo di dollari, il massimo dal 2009 in poi, con il 75% del totale rappresentato da prodotti a base di cacao.
Anche Euromonitor International parla di una crescita dei consumi di cacao quest’anno, mentre il clima avverso sta minacciando i raccolti.
Nel 2013 il future sul cacao aveva già ottenuto un rincaro del 21% e nel primo scorcio del 2014 è salito di un altro 9,7%, performance tra le più brillanti tra tutte quelle delle materie prime, in parte motivata da anticipazioni secondo cui l’International Cocoa Organization avrebbe ridimensionato le proprie stime sulle scorte mondiali di coloniale.
D’altra parte le statistiche sulle macinazioni di cacao in grani nel quarto trimestre hanno mostrato un aumento sia in Nordamerica, sia in Europa, sia in Asia.
Invece il raccolto mondiale nella campagna iniziata il 1° ottobre scorso dovrebbe risultare inferiore di 105mila tonnellate rispetto alla domanda. E per l’annata successiva è prevista una carenza di circa 74mila tonnellate. I trasformatori come Hershey, Cadbury o Ferrero rischiano quindi di pagare per il coloniale prezzi sempre più alti.