domenica 22 Dicembre 2024
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Crisi dei prezzi: presidente colombiano incontra il ceo di Fairtrade International

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MILANO – Il Presidente colombiano Iván Duque e il ceo di Fairtrade International Dario Soto Abril si sono impegnati a lavorare assieme per fare sì che i 600.000 coltivatori di caffè della Colombia possano ottenere un prezzo più equo e guadagnare abbastanza per avere un tenore di vita dignitoso.

“Oltre 70.000 coltivatori di caffè in Colombia ricevono il Prezzo Minimo stabilito da Fairtrade. Questo permette loro di sopravvivere alla crisi mondiale dei prezzi” ha dichiarato Soto Abril.

“Ma anche loro stanno lottando per poter mantenere un reddito dignitoso per sé e per le loro famiglie. Se i prezzi di vendita del caffè non miglioreranno, molti coltivatori convertiranno la loro produzione in colture illegali o migreranno altrove, alla ricerca di un futuro migliore.

L’industria del caffè, continuando a impoverire gli agricoltori, sta mettendo a rischio il suo stesso futuro”.

Crescono i costi, diminuiscono le entrate

I due leader hanno parlato di come fare in modo che ai coltivatori arrivi una percentuale maggiore del prezzo pagato dai consumatori per il loro caffè.

L’industria mondiale del caffè – secondo stime – vale più di 200 miliardi di dollari all’anno. Ma le entrate degli agricoltori – tenendo conto dell’aumento dei costi di produzione – sono in realtà diminuite.

“Il Presidente colombiano Duque è rimasto colpito di come Fairtrade lavori per ottenere condizioni economiche più favorevoli per i piccoli coltivatori di caffè e i lavoratori in tutto il mondo”, ha affermato Soto Abril.

“Ecco perché negli ultimi anni siamo impegnati nello studio di un reddito dignitoso; calcolato sulla base dei bisogni dei coltivatori e delle loro famiglie per un tenore di vita decente”.

“Tutti giochiamo un ruolo importante per poter vincere l’attuale crisi globale del caffè“, ha concluso.

“Sia le grandi compagnie, che devono pagare un prezzo più sostenibile ai coltivatori; sia noi consumatori, che dobbiamo pretendere una filiera più equa per il nostro caffè. Se vogliamo continuare a berlo in futuro”.

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