MILANO – Dal 2014 è scattato in Italia l’obbligo di adottare il Point of Sales (Pos) per agevolare il pagamento tramite bancomat per piccole somme. Non tutti i commercianti hanno accolto positivamente la notizia e ancora oggi alcuni sono riluttanti ad utilizzare questo metodo per via delle commissioni praticate dalle banche ritenute troppo alte.
Dal 30 giugno, tuttavia, potrebbero scattare le sanzioni per chi non mette a disposizione il pagamento tramite carta. Per l’occasione, è stato effettuato un piccolo test per mettere alla prova la preparazione dei bar di Siena sul pagamento tramite carta. Riportiamo di seguito l’articolo di Andrea Talanti per La Nazione sull’esperimento.
Pos: il test ai bar di Siena
SIENA – Missione Pos compiuta per quasi tutti. Una manciata di mugugni e due lettori di carta non funzionanti. È il bilancio del nostro tour tra dieci bar fra centro e immediata periferia.
L’obiettivo? Sfoderare bancomat o carta di credito per pagare un caffè, testando quanto i nostri commercianti siano preparati al 30 giugno: la data in cui potrebbero scattare le sanzioni per chi non mette a disposizione il pagamento con moneta elettronica nella propria attività.
Dal 2014 infatti è scattato in tutta Italia l’obbligo di adottare il Point of Sales, letteralmente punto di vendita, per consentire il pagamento tramite carta anche per piccole somme. Ma c’è ancora chi, a otto anni di distanza, storce il naso.
In un mondo che inizia a ruotare attorno a bitcoins, PayPal e Satispay, non tutti i commercianti infatti vedono di buon occhio il trasferimento di piccole cifre – appunto come il pagamento di un caffè – tramite bancomat. Commissioni troppo alte, dicono, che non permettono il guadagno sulla piccola cifra.
E sarebbe vero, se non fosse che oggi esistono sistemi per ovviare al problema commissioni. Sistemi che però non sono stati ancora incentivati adeguatamente dallo Stato, costringendo clienti ed esercenti a un sostanziale braccio di ferro.
L’esito del test
E a Siena? Basta fare un giro tra le vie del centro e dell’immediata periferia per osservare che la situazione non è molto differente dal resto della penisola. I locali ‘testati’ sono stati (quasi) tutti promossi. In due casi si è verificato il knock-out tecnico: lettore Pos fuori uso e in attesa di riparazione.
Pantaneto, Camollia, Antiporto, San Prospero: non proprio tutti però si sono adeguati al cambiamento. Qualcuno non sembra aver intenzione di farlo.
Sette su dieci hanno permesso tranquillamente la transazione, accogliendo la richiesta del cliente con un sorriso. Un titolare invece ha imprecato tra i denti accettando di malavoglia.
Ma abbiamo anche trovato chi, invece, ha insistito per ricevere il contante: magari, anche invitando a pagare direttamente la prossima volta.
In soldoni, dai tempi del ‘pagherò’ siamo giunti ai tempi del ‘pagherai’. Un pagherai che non sempre risulta possibile a chi è in trasferta a Siena e magari, ad altre latitudini, è abituato a pagare tirando fuori di tasca il bancomat.
Dalla lotteria degli scontrini alla lotteria del Pos è un attimo: non si può sapere che risposta riceverai entrando in un locale e chiedendo di pagare un caffè con carta o bancomat. Ma in buona parte dei casi, a Siena, riuscirai tranquillamente a saldare il conto.
A prescindere dal sorriso del gestore. Ma se la fortuna non gira dalla tua parte, chissà: qualcuno potrebbe anche dedicarti un’intramontabile canzone di Alberto Sordi. Com’è che faceva? “Te c’hanno mai mannato…”.