MILANO – Con lo scoppio della pandemia è diventato particolarmente indispensabile procedere con i pagamenti digitali, mettendo a disposizione i Pos per tutti i cittadini che vogliono evitare di usare i contanti: tutto molto igienico, ma è davvero così conveniente per gli esercenti? L’agevolazione di cui sta discutendo il Governo potrebbe nascondere dei costi: meglio esser informati per evitare spese inutili. Leggiamo i dettagli da ilgiornale.it.
Pos: quali sono i costi nascosti
Plaudono le associazioni dei commercianti, che però mettono sollevano la questione dei costi di gestione dei Pos, che rischiano un aumento a fronte dello sbandierato taglio delle commissioni.
Confesercenti e Confcommercio si dicono favorevoli alle agevolazioni per i pagamenti elettronici sulle microspese, nel range compreso tra i 5 e i 25 euro. Gli stessi operatori commerciali sono entusiasti delle proposte sul tavolo per cercare di ripartire. Il lockdown prima e la crisi dei consumi dopo hanno messo in ginocchio i commercianti e gli esercenti, che ora chiedono un aiuto per risolleverarsi.
L’abbattimento delle commissioni sulle microspese dovrebbe affiancarsi al cashback, ossia un rimborso fino a 300 euro destinato a chi sceglie i pagamenti elettronici. Le iniziative sono lodevoli ma potrebbero non bastare a convincere i commercianti ad accettare i pagamenti digitali anche sulle piccole somme.
È quanto afferma Ernesto Ghidinelli, responsabile credito di Confcommercio
“È auspicabile intanto che si arrivi davvero a 25 euro, e poi che si tratti di una riduzione effettiva, e non mascherata da incrementi di altri costi”. Ghidindelli porta l’esempio dei benzinai, ai quali già diversi anni fa erano state tagliate le commissioni sulle transazioni al di sotto dei 100 euro. Tuttavia, a fronte di questo, erano stati aumentati gli altri costi per la gestione dei Pos.
Questa è la paura anche per Confesercenti: “Il timore è che dopo, non dovendo pagare le commissioni, le banche trasferiscano a nostro carico costi di servizio impropri, e che quello che non si paga dalla porta rientri dalla finestra”.
A parlare è Mauro Bussoni, segretario generale dell’organizzazione, secondo il quale anche l’abbattimento delle commissioni bancarie potrebbe non essere sufficiente a convincere i commercianti ad accettare i pagamenti con Pos per le piccole somme
“I Pos contactless, che permettono di velocizzare i micropagamenti perché non si deve digitare il Pin, hanno una diffusione al 40%, la banda larga non ha ancora una diffusione generalizzata”, spiega Bussoni.Altro nodo da sciogliere è il rapporto con le banche come, invece, spiega Ghidinedelli. Non tutti i commercianti hanno lo stesso potere negoziale con gli istituti bancari e qu esto potrebbe portare a una disequità di vantaggi dall’azzeramento delle commissioni.
Tutto dovrebbe decidersi nei prossimi giorni, quando ci sarà l’incontro tra le banche e il governo. Da quanto trapela da Palazzo Chigi, pare che il taglio per importi fino a 5 euro sia stato accettato da tutti ma che solo qualcuno si sia reso disponibile ad abbatterle fino ai 25 euro. Intesa San Paolo ha anticipato le iniziative del governo e comunica di aver eliminato le commissioni per gli esercenti fino a 10 euro.
Tuttavia, è bene specificare che il governo non potrà imporre le sue decisioni alle banche, che mantengono la libertà decisionale nel rispetto della libera concorrenza. Allo stesso modo non potranno essere firmati accordi in tal senso ma ogni istituto bancario si muoverà in base alle proprie possibilità e alle politiche commerciali decise internamente.