MILANO – Sempre più espresso e caffè porzionato nei consumi degli americani. Così il National Coffee Drinking Trends (Ncdt), la tradizionale indagine che la National Coffee Association of Usa (Nca) conduce annualmente, dal 1950, per monitorare le tendenze di consumo negli States.
Alcune delle conclusioni salienti dello studio sono state rivelate, in anteprima, durante la 103a Convention annuale dell’Associazione, che si è svolta questo fine settimana a New Orleans.
L’indagine è stata condotta a cavallo tra gennaio e febbraio di quest’anno su un campione significativo della popolazione adulta (dai 18 anni in poi) di 2.741 persone. Il margine di errore dichiarato dallo studio è dell’1,9%.
Circa 6 americani su 10 (61% del campione) dichiarano di bere caffè ogni giorno, secondo l’indagine. Seppure in lieve calo rispetto all’anno scorso (63%), tale dato supera di gran lunga quello dei consumatori quotidiani di tè (44%) o soft drinks (41%).
La percentuale di consumatori che beve quotidianamente caffè di qualità passa dal 31% dell’anno scorso al 34%. Tale quota sale addirittura al 42% per la fascia di età tra i 25 e i 39 anni, mentre si attesta attorno al 25% tra gli over 60, che appaiono meno aperti alle innovazioni e più propensi a utilizzare la classica caffettiera all’americana.
L’indagine rivela inoltre come i consumatori abituali di caffè di qualità siano più numerosi tra gli ispano-americani (48%), seguiti dagli americani di origine asiatica (42%), dai caucasico-americani (32%) e dagli afro-americani (23%).
Un ulteriore dato significativo è quello relativo ai metodi di preparazione. Ben il 29% degli intervistati afferma infatti di avere utilizzato, nella giornata precedente, una macchina per il caffè porzionato, contro il 20% dell’anno scorso.
Il 15% del campione dispone in casa di una macchina funzionante a capsule o cialde e un ulteriore 25% dichiara che ne acquisterà probabilmente una entro i prossimi 6 mesi.
Considerando i consumi nel loro complesso, il caffè rimane più popolare tra i baby boomers, cioè la generazione nata tra la fine della seconda guerra mondiale e i primi anni sessanta. La Generazione X (i nati tra la metà degli anni sessanta e i primi anni ottanta) e la Generazione Y (anni ottanta-novanta) bevono decisamente meno caffè.
“Sono le attuali classi di età avanzata a bere più caffè o, più semplicemente, il consumo di caffè aumenta con l’avanzare dell’età?” si è chiesto Allen Whitehouse di Kraft Foods Group durante la presentazione dei risultati dell’indagine.
“I dati sembrano avvalorare, in una certa misura, entrambe le tesi” ha aggiunto lo stesso Whitehouse. “I giovani appaiono maggiormente attratti dagli energy drink e dalle bevande funzionali. Comprendere i motivi del successo di questi prodotti è essenziale per fare sì che essi non sottraggano in futuro quote significative di mercato al caffè”.