VENEZIA – Una famiglia veneziana di commercianti di tè, caffè e spezie. Un marchio del caffè nato negli anni Cinquanta. L’ambizione di portare in giro per il mondo il buon gusto italiano.
La ricetta degli Zanetti di Mokarabia (gli altri due rami della famiglia hanno altrettante aziende nel settore della torrefazione, e cioè la Segafredo e la Hausbrandt, gruppi tutti indipendenti gli uni dagli altri) sembra più o meno sempre la stessa, decantata da molti, spesso praticata solo in nicchie di superlusso o per poche élite.
Eppure per quanto non particolarmente originale la strada per diffondere il vero espresso italiano, porta d’ingresso per chi vuole assaggiare (è il caso di dirlo) lo stile italiano, pare non abbia bisogno di tanti voli pindarici. Mokarabia è azienda storica milanese, nota per il suo caffè.
Al vertice c’è ora Marco Zanetti, figlio di Mario che rilevò il marchio meneghino negli anni Settanta. Nel 2000 l’azienda lombarda incorpora la Caffè Roversi 1882 di Bologna e la Caffè Ruffo di Padova, che facevano già parte del gruppo guidato da Zanetti: sorge la Mokarabia Spa che acquisisce così una dimensione internazionale: il 65% del fatturato, pari a 40 milioni di euro, viene infatti esportato.
Ed ora è stato avviato un audace piano di crescita. L’idea si può riassumere così: da quando è esploso il mercato delle cialde e delle capsule che consente di far emigrare l’espresso italiano, grazie al semplice utilizzo di una macchinetta elettrica, la moda della tazzina tricolore è esplosa.
Come spesso accade per l’italian soundingbisogna ringraziare le multinazionali (leggi Nestlé) ma poco importa. Il fatto è questo. Nel mercato delle cialde e delle capsule anche il colosso svizzero si è però limitato al consumo domestico.
Macchine per grandi hotel, bar e ristoranti, che consentano di fare il vero espresso di qualità servito su ampia scala non ci sono. E allora Mokarabia in collaborazione con un’altra azienda italiana, Gruppo Cimbali, si è lanciata in questo settore.
Ed insieme hanno realizzato Sintesi, una macchina che funziona con le monodosi di caffè, ma che è in grado di farlo in modo professionale.
Il sistema è ovviamente brevettato e funziona solo con le miscele imprigionate nelle capsule di Mokarabia e, per ora, questo è un vantaggio non da poco.
Al punto che Marco Zanetti, che oggi guida l’azienda, usa un termine inconsueto per parlare di un’impresa familiare alla settima generazione.
«Siamo un start up, questo piano di investimenti di 20 milioni di euro può aprirci delle opportunità di crescita impensabili ». L’obiettivo è arrivare a 55 milioni di euro di fatturato nel 2016, ma Zanetti è molto più positivo. «Con il successo che stiamo avendo possiamo anche triplicare il fatturato nei prossimi anni».
Se Mokarabia ci riuscirà lo potranno dire solo i numeri e il tempo. Ma la logica che sta alla base del modello di business pensato c’è, e la racconta lo stesso Zanetti.
« La grande crescita che sta avendo nel mondo il caffè italiano è dovuto alle monodosi, e questo lo sappiamo, il punto debole che abbiamo notato in questi sistemi è che non c’era sul mercato una macchina per monodosi che potesse andare al servizio del settore horeca (hotellerie-restaurant- catering ndr.), che funzionasse in maniera professionale».
Il timore che le multinazionali si buttino in questo segmento al momento non c’è. «Nestlè – dice Zanetti – è partita da presupposto diverso, va sul retail e non nella distribuzione fuori casa. C’è chi ha fatto potenziamenti nella macchina da casa, ma al massimo può arrivare a servire un grande ufficio o un piccolo ristorante ».
Insomma in questa prima parte del piano, per ora, non ci sono competitor. Il secondo pezzo della strategia di riposizionamento di Mokarabia sono gli accordi con il mercato degli utenti domestici, il retail appunto. In questi rientra l’accordo firmato con Eismann, il network di vendite porta a porta di prodotti surgelati più grande d’Europa.
I camioncini del freddo di Eismann distribuiranno una macchina Ariete (Gruppo De’ Longhi) sviluppata per le monoporzioni Mokarabia. Il piano di vendita al retail è partito a metà ottobre portando già a più del doppio il budget previsto il primo mese. Mentre in Germania la partenza della partnership sarà in primavera, ma lì Eismann ha circa dieci volte le famiglie che ha in Italia.
Poi ci sarà l’apertura del mercato russo. In Serbia e Bulgaria hanno chiuso recentemente un contratto con per la fornitura di macchine e cialde per le pompe di benzina Gazprom. Mentre in Italia Mokarabia ha firmato un accordo per degli shop in shop nella catena Essere Benessere.
Fonte: repubblica.it
Per leggere l’originale: www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2013/12/02/news/caff_la_scommessa_di_mokarabia_capsule_per_grand_hotel_e_ristoranti-72466350/