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venerdì 22 Novembre 2024
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PORZIONATO – What else? Nespresso va al ristorante e diventa sempre più sostenibile

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di Fernanda Roggero*
MILANO – “Un caffé Nespresso? Pensa di non averlo mai assaggiato perché a casa o in ufficio non ha la macchina? Invece quasi

certamente ha degustato uno dei nostri 22 grand cru, al tavolo di un ristorante”.

Fabio Degli Esposti (FOTO), direttore generale di Nespresso Italia, sorride mentre accosta alle labbra la tazzina fumante.

Ha di fronte Aguila, l’ultima nata della casa, una macchina automatica creata ad hoc con un costruttore svizzero e pensata per l’utilizzo nella ristorazione, in hotel, in boutique.

Quell’out of home su cui l’azienda fondata nel 1986 da Nestlé punta con sempre maggior decisione, tanto da aver creato anche una gamma selezionata di caffé dedicati, caratterizzati da aromi e livelli di intensità diversi. Per offrire ai clienti uno spettro gustativo all’altezza dell’offerta gastronomica.

Grandi cru per la ristorazione stellata

Già oggi Nepresso è presente in 700 ristoranti stellati in giro per il mondo e studia con interesse l’abbinamento corretto tra miscele di caffé e cucina.

Non a caso sono nati i programmi Chef Academy e Coffee Sommelier destinati a cuochi e sommelier. Nel primo caso si tratta di una serie di workshop ed esperimenti per studiare tutte le sfaccettature della bevanda bruna, da inserire eventualmente nell’elaborazione di nuovi piatti, il secondo progetto è invece un programma di formazione esclusivo per sommelier professionisti volto a individuare la giusta armonia tra caffé e altri alimenti o bevande (dalla cioccolata all’acqua).

Una macchina per ristoranti e hotel

La nuova macchina Aguila, lucidissima e compatta, è totalmente automatica e in grado di lavorare contemporaneamente con quattro erogatori per preparare espressi e cappuccini in gran quantità grazie alla connessione diretta con la rete idrica. “Basta premere un tasto – dice Degli Esposti – la macchina è estremamente versatile, consente anche di preparare ricette personalizzate con caffé caldo o freddo”.

L’out of home è la nuova frontiera, dopo che il marchio più amato dalle fan di George Clooney si è imposto nel segmento del caffé porzionato. Il mercato del caffé in capsule sta esplodendo – conferma Degli Esposti – con un salto del 10% rispetto al consumo globale della bevanda. Questo è il 15° anno di presenza Nespresso in Italia e la crescita continua ad essere a doppia cifra.

Obiettivo sostenibilità

Ma oltre alla qualità delle miscele (solo l’1-2% dei caffé verdi coltivati nel mondo soddisfa i requisiti richiesti dall’azienda svizzera) il nuovo mantra è quello della sostenibilità. In campo e dopo il consumo.

Dal 2003 Nespresso ha stretto un accordo con Rainforest Alliance, una delle principali Ong ambientali, lanciando il progetto AAA Sustainable Quality con lo scopo di migliorare la qualità della materia prima e delle condizioni di vita dei produttori.

Ad oggi l’84% del caffé usato per le capsule Nespresso è prodotto da 62mila agricoltori che fanno parte del programma, vengono sostenuti nelle tecniche agronomiche e ricevono pagamenti premium (il 30-40% in più rispetto alla media).

Un altro progetto “verde” riguarda invece il riciclo delle capsule usate. Sono diffusi punti di raccolta (erano già 7mila nel 2010) e al momento l’azienda è in grado di riciclare circa l’80% delle capsule a livello globale.

In Italia il progetto è ancor più virtuoso, grazie a un accordo con Cial (consorzio imballaggio alluminio), Federambiente e Banco Alimentare. Le capsule vengono smaltite, viene separato l’alluminio dalla bratta di caffé che è donata ad aziende coltivatrici di riso. “Come Nespresso Italia – spiega Degli Esposti – acquistiamo poi circa 100mila porzioni di riso che doniamo al Banco Alimentare”.

 

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