PORDENONE – Una scoperta scientifica con importanti ricadute pratiche è stata messa a punto nel capoluogo friulano. Qui infatti il Laboratorio dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa Fvg) ha messo a punto un metodo che semplifica l’analisi del caffè per stanare la presenza di residui di pesticidi.
Si tratta di una procedura “veloce, facile, economica, efficace e sicura che consente di isolare le eventuali molecole di fitofarmaci, e analizzare quanti e quali sono presenti nel caffè crudo” spiega Bruno Casetta, tra gli autori dell’articolo scientifico che descrive il metodo, pubblicato sulla rivista Journal of Chromatography A.
I tecnici del Laboratorio di Arpa Fvg hanno ottimizzato la tecnica di analisi (gas cromatografia-spettrometria di massa) che sfrutta campi elettrici e magnetici per isolare le eventuali molecole, anche in quantità molto basse, di antiparassitari.
“La caffeina presente nel caffè – aggiunge Casetta – ostacola l’estrazione e la valutazione di eventuali residui di pesticidi, disturba cioè l’analisi. Ma attraverso una manipolazione chimica, usando dei solventi, riusciamo a isolare la caffeina dall’estratto da analizzare, rendendo l’analisi che lo strumento deve fare più facile e così la rilevazione dei fitofarmaci più accurata”.
Il metodo, già convalidato, soddisfa i criteri previsti dalla normativa dell’Unione Europea e viene usato di routine dal Laboratorio di Pordenone, riconosciuto dall’Istituto Superiore di Sanità quale “laboratorio per il controllo ufficiale dei prodotti alimentari”.
Di routine, esegue l’analisi del caffè che arriva al porto di Trieste per conto dell’Ufficio di Sanità Marittima.