PIEVE DI SOLIGO (Treviso) – Riccardo Illy contro il Comune e la Pro Loco di Pieve di Soligo: la disfida è sul nome Polo del gusto. Nei giorni scorsi l’amministrazione comunale di Pieve ha ricevuto una diffida dagli avvocati di Illy, industriale del caffè ex sindaco di Trieste ed ex presidente della Regione Friuli Venezia Giulia. «Polo del gusto è un brand depositato nel 2019 dalla nostra società.
Ogni iniziativa sotto questo cappello deve cessare immediatamente» è il senso della missiva. La lettera, inviata anche al Consorzio Pro Loco Quartier del Piave, ha per oggetto l’operazione di realizzazione di un’area di sviluppo commerciale denominata Polo del Gusto. In sostanza la società di Illy rivendica la primogenitura sul nome.
Polo del Gusto, il progetto
Polo del Gusto a Pieve di Soligo è un progetto esperienziale nato nel 2017 che vuole essere una vetrina e al contempo una porta di accesso al territorio, progettato dallo studio ExiT architetti associati. Il progetto dello studio, fondato da Francesco Loschi, Giuseppe Pagano e Paolo Panetto, lavora sul costruito, nello spazio retrostante al Palazzo Vaccari, sede del municipio.
Proprio il recupero, o meglio la riscoperta volumetrica e formale della preesistenza è uno dei principali obiettivi dell’intervento, recuperando – in accordo con la Soprintendenza – l’edificio storico dell’ex palestra e mettendolo al centro della nuova composizione. Un segno riconoscibile per la comunità del luogo e per il turista che qui arriva in cerca di informazioni sul territorio e sui prodotti dell’enogastronomia, una scansione verticale che lascia spazio alla trasparenza retrostante del vetro.
La contestazione
Ma il gruppo Illy non ci sta. «La nostra società Polo del Gusto srl – si legge -costituita il 24 giugno 2019 dal socio unico gruppo Illy Spa con la missione di rappresentare un punto di riferimento della cultura e dell’eccellenza del gusto nel segmento gourmet/superpremium a livello mondiale». Il 27 marzo 2019 il gruppo ha depositato richiesta di registrazione dell’omonimo marchio all’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale, trasferendone poi la titolarità a Polo del Gusto. Quindi da un lato un’amministrazione senza scopo di lucro valorizza la tipicità di un prodotto tipico, con un iter iniziato nel 2015.
Da un altro lato un’iniziativa di carattere commerciale registrata nel 2019. «Vi invitiamo a cessare immediatamente e ad astenervi in futuro dall’utilizzo della denominazione Polo del Gusto e del marchio Polo del Gusto in ogni sua forma dandocene conferma per iscritto a stretto giro» si conclude la diffida inviata al Municipio e alla Pro Loco. Si profila l’inizio di una contesa che non ha per oggetto solo un brand, ma che oppone due filosofie di prodotto e di territorio.