MILANO – La depressione non è più insormontabile per chi beve caffè, tè e cacao: la ragione sta nel ricco contenuto di polifenoli che caratterizza questi prodotti. A dirlo è il team di Garcìa-Blanco et al, che ha riletto sistematicamente la letteratura scientifica a riguardo, prendendo in esame la funzione che queste tre bevande svolgono rispetto all’asia e ai disturbi affettivi, tra cui, lo stato depressivo. Leggiamo i dettagli di questa revisione da stateofmind.it.
Polifenoli, grandi alleati anche per lo stato d’animo
Solo nei paesi dell’unione europea, 21 milioni di persone soffrono di depressione e l’80% circa sono uomini (Vigo et al., 2016). Il trattamento della depressione nell’UE, costituisce l’1% dell’economia totale (Trebatická & ɰuračková, 2015) ed è parecchio costoso, con una stima di circa 118 miliardi di euro, ossia 253 euro per abitante.
Poiché la dieta, l’inattività fisica e l’inquinamento (Cohen, 2012) costituiscono i fattori di rischio maggiori per la salute, andare ad agire sulla prevenzione, migliorando lo stile di vita individuale, costituisce un valido supporto al trattamento psicologico.
Il cacao, il tè ed il caffè vengono attivamente studiati poiché ricchi di composti polifenolici, che agiscono sulla salute mentale, modulando plasticità cerebrale, comportamento, umore, depressione e cognizione (Visioli & Burgos-Ramos, 2016). Svolgono inoltre attività biologiche importanti: le loro proprietà antinfiammatorie ed antiossidanti, possono proteggere le cellule dallo stress (Giordano et al., 2014).
García-Blanco et al. (2017) hanno effettuato una revisione sistematica della letteratura esaminando il ruolo tè, cacao e caffè in relazione a disturbi affettivi come depressione e ansia.
Su 17 studi indagati, 12 riportavano un’associazione positiva tra consumo di tè, cacao e caffè, con bassi livelli di depressione.
Mentre alcune indagini non hanno mostrato alcuna associazione tra tè, cacao e riduzione della depressione (Guo et al., 2014), al contrario, gli studi sul caffè riportavano una chiara associazione tra il suo consumo e ridotti livelli di sintomi depressivi (Lucas et al., 2011).
Tè, caffè e cacao sono ricchi di sostanze organiche il cui ruolo nella salute e sul sistema nervoso centrale (Visioli & Burgos-Ramos, 2016), è stato attivamente indagato.
Per quanto concerne il tè, è stato suggerito che la caffeina e la L-teanina agiscono sull’umore, migliorando anche le capacità attentive e la prontezza auto-riferita (De Bruin et al., 2011). L’L-teanina induce cambiamenti nell’espressione genica nel cervello di ratti, soprattutto agendo su geni implicati in una varietà di disturbi che vanno dall’ansia, ai disturbi dell’umore e alla dipendenza da sostanze (Ceremuga et al., 2014).
Il consumo di tè verde si associa ad un rischio minore di ictus, diabete, miglioramento dei livelli di glucosio, colesterolo, obesità addominale e pressione sanguigna (Helm & Macdonald, 2015).
Tra i polifenoli presenti nel tè, la ricerca mostra che l’epigallocatechina gallato sarebbe in grado di modulare i disturbi affettivi (Oliveira et al., 2016), interagendo con il recettore delle benzodiazepine GABA-A (Vignes et al., 2006).
Inoltre, alcuni studi hanno dimostrato che la somministrazione di estratto di tè verde può diminuire la massa grassa totale e la percentuale di grasso corporeo, favorendo un aumento di massa magra (Amiot et al., 2016).
Considerando il cacao, i suoi effetti sono spesso in contrasto (Visioli et al., 2009)
I flavonoidi contenuti possono innescare l’espressione di proteine in grado di modulare alcune regioni del cervello implicate nell’apprendimento, nella memoria e nella cognizione, suggerendo una potenziale azione a breve termine del cacao su questi aspetti, compreso l’umore (Sokolov et al., 2013). Studi sugli animali mostrano che i flavanoli possono attraversare la barriera emato-encefalica, inducendo effetti benefici nel funzionamento e nella circolazione sanguigna cerebrale (Vauzour et al., 2008). Tuttavia, queste evidenze sono supportate da pochi studi, con altri che riportano associazioni tra consumo di cacao e tassi più elevati di suicidio (Lester & Bernard, 1991).
Inoltre, è da tenere in considerazione che il contenuto di flavonoidi nel cacao e nei suoi derivati (come il cioccolato), differisce sostanzialmente in base alla varietà di fave, all’origine geografica, alla coltivazione e alle pratiche agricole e di produzione (Visioli et al., 2009).
La caffeina contenuta nel caffè, oltre che nel tè, è un noto stimolante del sistema nervoso centrale e potrebbe influenzare i disturbi affettivi (Zulli et al., 2016).
Alcuni degli effetti positivi della caffeina, come ridurre la depressione e migliorare l’umore e le prestazioni (Dodd et al., 2015), possono essere contrastati dalle azioni negative che lo stress esercita sulla salute mentale. Tra gli adolescenti, in particolare, l’assunzione settimanale di caffeina incrementa i livelli di ansia e di depressione, soprattutto tra le femmine (Richards & Smith, 2015).
Altri studi che hanno analizzato prospetticamente la relazione tra caffeina e rischio di depressione, non hanno trovato un’associazione tra consumo di caffè e basso rischio di depressione (Lucas et al., 2011).
L’assunzione di caffè, tè, ma soprattutto del cioccolato, viene spesso considerata in termini di conforto o compensazione, quindi ricondotta al mangiare emotivo, che insorge quando non si è fisiologicamente affamati.
Nonostante si è soliti pensare che questi alimenti inducano dipendenza, le sostanze contenute, potenzialmente coinvolte in tale meccanismo, non sono presenti in alte concentrazioni, ad eccezione della caffeina. La caffeina, infatti, eleva i livelli di dopamina e noradrenalina, aumentando l’umore generale (Nehlig, 2016), ma creando dipendenza. D’altra parte una sua astinenza provoca sintomi spiacevoli (Ferré, 2016) innescando un circolo vizioso (Cappelletti et al., 2014).
Sebbene i risultati dello studio indichino un ruolo protettivo del consumo di tè, cacao o caffè contro la depressione, sono necessari ulteriori studi
Prima promuoverne l’uso nella popolazione generale per tali problematiche. Ad esempio, è necessario considerare il contenuto di zucchero o latte, che potrebbe incidere sugli esiti comportamentali legati all’assunzione di queste bevande (Guo et al., 2014).
Inoltre impiegare tè, cacao o caffè in un contesto di alimentazione emotiva per innalzare l’umore non produce alcun beneficio duraturo e marcato, contribuendo invece ad un’affettività disforica. Se impiegati in una dieta equilibrata non innescano necessariamente circoli virtuosi o viziosi, viceversa, un loro consumo eccessivo o l’evitamento è probabilmente indicatore di abitudini alimentari disturbate come la bulimia (Cartwright & Stritzke, 2008) o l’ortoressia (Herranz Valera et al., 2014).