MILANO – La plastica alimentare utilizzata finora, la PET, è costituita dal 30% di monoetilenglicole (MEG) e al 70% da acido tereftalico (TPS). Fino ad oggi, il MEG veniva ricavato dal petrolio e da fonti fossili.
La PlantBottle invece, utilizza un diverso tipo di MEG creato a partire da fonti rinnovabili come la canna da zucchero e i rifiuti compostabili, tipo i fondi di caffè.
Passare da fonti fossili a fonti vegetali significa ridurre sensibilmente non solo le emissioni di anidride carbonica in fase di produzione rispetto alle normali fabbricazioni di PET, ma anche abbassare l’impatto di consumo dei combustibili fossili in fase di estrazione.
I vantaggi di questo prodotto verde non finiscono qui.
Vediamoli in sintesi:
– le PlantBottle possono essere riutilizzate più volte, oltre ad essere riciclabili al 100%,
-la fase di riciclo si semplifica, grazie all’utilizzo del nuovo materiale MEG, riciclabile negli impianti già esistenti, senza contaminare o essere contaminato dal PET tradizionale,
– i costi di smaltimento e produzione si abbassano, grazie all’utilizzo di materiali riciclati e di stabilimenti già esistenti.
Alla fine, cosa cambierà per i consumatori?
In apparenza non molto, visto che non sono stati modificati né lo spessore, né la qualità del materiale. Anche l’aspetto visivo e la trasparenza non hanno subito modifiche.
Ciò che cambia è la sostanza. Il nuovo simbolo accompagnerà la consapevolezza di utilizzare un prodotto ecosostenibile e più vicino ai bisogni del nostro pianeta.
La nuova tendenza ecologista, premiata con l’Edison Award come miglior nuovo prodotto, non poteva essere ignorata dai principali colossi della produzione alimentare. Coca Cola lo usa da anni e ha già immesso sul mercato 25 miliardi di bottiglie PlantBottle; entro il 2020 provvederà a sostituire tutta la produzione di bottiglie con le nuove.
Anche l’Italia non poteva essere da meno ma, per ora, solo Lilia ha iniziato a seguire il nuovo trend ecologico, come comunicato in occasione dell’ultima conferenza stampa.
L’onda di cambiamento non si ferma solo alle bottiglie di bevande. Anche altri produttori mondiali stanno seguendo le impronte verdi per i loro prodotti. Heinz ha distribuito 200 milioni di contenitori vegetali di ketchup, mentre Ford ha iniziato a studiare sedute in plastica vegetale per le sue autovetture.
I progressi finora realizzati, seppure di ottimo livello, non possono che essere precursori di nuove ricerche e nuove innovazioni. Come affermato infatti dai produttori di PlantBottle, per ora non è ancora stato possibile sostituire il restante 70% di acido tereftalico puro con derivati vegetali.
Ecco quindi la nuova sfida per il futuro.